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    DESTINO SALVAGGIO - IL NARCOS UCCISO A BUCCINASCO, PAOLO SALVAGGIO, FECE IL SUO BATTESIMO CRIMINALE NEL 1978, APPENA 17ENNE, AMMAZZANDO IL BUTTAFUORI DI UN NIGHT CLUB DOPO UNA LITE - GIOVANE E SPIETATO, ERA CHIAMATO "DUM DUM" COME I PROIETTILI A ESPANSIONE USATI DAI SICARI DI MAFIA - DOPO L'ARRESTO, LA FUGA DAL CARCERE MINORILE BECCARIA, I CAPELLI COLORATI DI ROSSO PER SCAPPARE AI CONTROLLI E QUELLA "CARRIERA" FOLGORANTE DA BANDITO...


     
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    Armando Stella per www.corriere.it

     

    PAOLO SALVAGGIO DA GIOVANE PAOLO SALVAGGIO DA GIOVANE

    «Dum Dum» andava di fretta. Il «diciassettenne è già noto nel mondo della malavita» alla fine dei Settanta, scrive il Corriere dell’epoca. Sono anni neri. Di piombo. Di feste e di sangue. Notte di San Silvestro ‘77, Capodanno ‘78. Paolo Salvaggio (il narcotrafficante ucciso lunedì 11 ottobre 2021 con tre colpi di pistola a Buccinasco, ndr) ammazza il buttafuori di un night club di Bereguardo, nel Pavese.

     

    La vittima è Nereo De Pol, 47 anni, ex pugile professionista. Salvaggio ha bevuto, non vuole pagare il conto. Inizia una lite, escono le pistole, si arriva presto agli spari. Sulla scena del delitto c’è anche il «papà» della banda Vallanzasca, in licenza premio dal manicomio criminale di Aversa. Le cronache dell’epoca definiscono Salvaggio il «mini-killer». Giovane, spietato. «Dum Dum», come i proiettili a espansione usati dai sicari di mafia. Questa era Milano.

     

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    Il 15 gennaio 1978 «Dum Dum» viene sorpreso nel suo covo dai carabinieri: sta dormendo con una rivoltella a tamburo calibro 45 sotto il cuscino. Il 13 febbraio, un mese dopo, è già in fuga dal carcere minorile Beccaria insieme ad altri due ragazzotti accusati di rapina.

     

    Poi verranno le grandi inchieste per droga, associazione a delinquere, i rapporti con le cosche mafiose calabresi e pugliesi, condanne e assoluzioni, il carcere, i domiciliari e infine i tre proiettili mortali sull’asfalto di via della Costituzione. Ma la carriera criminale di «Dum Dum» inizia qui. «Nessuno degli agenti di custodia si è accorto della fuga», scrive il Corriere nel febbraio 1978. Scomparso.

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    Passano tre mesi. «Dum Dum» si è tinto i capelli di rosso per non farsi riconoscere. In viale Fulvio Testi, alle otto del mattino, una pattuglia della Squadra Mobile della polizia intercetta un taxi giallo. Sul sedile posteriore, un volto noto: Salvaggio.

     

    Nelle foto segnaletiche ha i capelli neri, scurissimi. Ora, in quell’auto, c’è un bandito dalla chioma rubina. Scrive il Corriere: è il «giovanissimo ricercato per furto, omicidio, rapina». Sintesi efficace: «Il killer della nuova generazione». Salvaggio non reagisce: «Sono io».

     

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    Il romanzo criminale di «Dum Dum» inizia in realtà un paio d’anni prima, quando ha solo 15 anni e ancora deve conquistarsi il soprannome da bandito. L’8 febbraio 1976: arresto per furto d’auto. Inizio 1977: fermato su un’auto rubata. Luglio 1977: furto in abitazione. Novembre 1977: rissa.

     

    Il gennaio 1978, al momento dell’arresto per l’omicidio del pugile buttafuori, «Dum Dum» dice poche parole ai carabinieri: «Non ricordo nulla di quello che è successo quella sera. Ero ubriaco».

     

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