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Cristiano Ronaldo non sa perdere. Non accetta la sconfitta nelle partitelle d'allenamento, figurarsi in una gara ufficiale e importante come il posticipo di domenica sera a Napoli. In campo era tarantolato e ha spronato più volte i compagni di squadra. Sempre secondo Tuttosport, negli spogliatoi dopo la partita lo descrivono con sguardi fiammeggianti e di pessimo umore.
Dopo un anno e mezzo di Juventus l'attaccante portoghese sta iniziando a esserne uno dei leader o almeno un trascinatore: lo rispettano tutti. I bianconeri ripartono anche dalla frustata di Cristiano, dal suo orgoglio ferito e dalla sua rabbia fumante. La classifica resta confortante e la squadra sembra aver capito la lezione: quella del Napoli e quella di Ronaldo.
NON È LA JUVE DI SARRI
Fabrizio Biasin per “Libero Quotidiano”
sarri
Questa settimana gli si rompe le balle. E il soggetto è Sarri Maurizio, tecnico della Juve sull' altalena. E l' altalena la facciamo dondolare noi che dall' inizio della stagione abbiamo già detto e scritto - chi più, chi meno - le seguenti cose: «Fa bene la Juve a cacciare Allegri, è ora che i bianconeri puntino sul gioco». E poi: «Sarri non convince, sta facendo fatica». E poi: «Bravo Sarri che sta dando un' impronta alla Signora». E poi: «Il gioco non si vede, cos' hanno preso Sarri a fare?». E poi: «Sarri bravissimo a gestire Ronaldo e a metterlo in panchina.
maurizio sarri foto mezzelani gmt003
Che poi, Ronaldo, pare sul viale del tramonto...». E poi: «Sarri deve ringraziare Ronaldo perché lo sta tenendo a galla. Il tecnico di suo non sta dando niente». E poi: «La Juve con Higuain e Dybala funziona, lì sì che si intravede il sarrismo». E poi, ieri l' altro: «Sarri male-male, a Napoli ha dimostrato di non essere un vincente». Lui che oh, l' anno passato al Chelsea ha conquistato l' Europa League, che non sarà la Champions ma neppure la Mitropa.
Siamo sempre alle solite, cambiamo giudizio a seconda del risultato dell' ultima partita e se è vero che di «bel calcio» a Torino quest' anno non se n' è visto granché, è anche vero che di più al tecnico non si poteva chiedere. È arrivato da «marziano» a stagione praticamente iniziata in un ambiente dove storicamente il «bel calcio» interessa solo se abbinato ai risultati; s' è beccato la polmonite, ha dovuto fare i conti con un mercato che ha portato diversi giocatori, quasi tutti non adatti alla sua idea di calcio. C' erano tutte le premesse perché partisse con qualche difficoltà e, invece, si è qualificato agli ottavi di Champions senza problemi e guida la classifica, pur senza brillare.
MAX ALLEGRI ANDREA AGNELLI
estate complicata E veniamo al punto. Il punto è che il problema della Juve non è Sarri, ma chi ce l' ha messo. Agnelli sarebbe andato avanti volentieri con Allegri (e avrebbe fatto benissimo), ha scelto di dare credito alla «linea dirigenziale», ovvero a Nedved e Paratici, vogliosi di portare a Torino «la fantasia».
Per farlo, però, non hanno assecondato il loro tecnico e semmai gli hanno messo i bastoni tra le ruote: prima hanno fatto capire di voler cedere i vari Higuain, Dybala, Mandzukic, ma pure Matuidi ed Emre Can; il tecnico se li è ritrovati in rosa e almeno nei primi 2 casi è stato bravissimo a non perderli e, anzi, a renderli grandi protagonisti di questa Juve.
MAX ALLEGRI ANDREA AGNELLI
Ecco, il mercato bianconero. I capoccioni che adesso fanno benissimo a non intervenire sul mercato (i guai della difesa si sistemeranno col ritorno di Chiellini, altre pedine ingolferebbero un monte ingaggi già esagerato), la passata estate hanno commesso diversi errori. Si sono messi al "litigare" con l' Inter per Lukaku quando i nerazzurri avevano già l' accordo con il belga, hanno portato a Torino tutta una serie di giocatori che, stringi-stringi, stanno facendo bene in un ambiente dove «bene» non basta.
E pensiamo a Rabiot (ingaggio multimilionario, invisibile fino a un mese fa) e Ramsey (altro mega-ingaggio e spesso ko), a Danilo (alternativa dei titolari), fino a De Ligt che è certamente un enorme prospetto, ma è costato assai e guadagna uno sproposito (85 milioni di cartellino, 8 di ingaggio + bonus).
PAVEL NEDVED CON LA MOGLIE
inversione di tendenza Ecco, a molti questo articolo sembrerà esagerato, ma dal nostro punto di vista "se" la Juve ha dei problemi (in fondo è sempre primissima e dopo 9 anni non è facile) non dipendono dal tecnico, bensì da chi ha puntato sui "nomi" e non sulla sostanza. L' inversione di tendenza, se vogliamo, è già in atto: a giugno arriverà un talento come Kulusevski - bel colpo - costato assai di cartellino ma poco di stipendio, quindi la Juve dovrà dare una sistemata al solito monte ingaggi (circa 250 milioni al lordo).
Capiamoci, trattasi di bla bla, in fondo tutta questa faccenda si trasformerà in "problema" se la Juve non riuscirà a vincere in Italia e ad arrivare in fondo in Europa e in "non-problema" se, invece, le riuscirà il colpaccio. Agnelli («Il futuro dirà se le scelte prese erano quelle corrette», così parlò il giorno dell' addio ad Allegri) attende.
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