Michele Galvani per “il Messaggero”
cranio randagio
Mentre Cranio Randagio era a letto con il respiro agonico i ragazzi «ridevano e scherzavano». Il tutto ripreso da un video: è l'ultima verità sulla tragica fine di Vittorio Bos Andrei, morto nella notte tra l'11 e il 12 novembre 2016 nella casa di un amico, in zona Balduina. Il dettaglio è emerso nell'udienza dibattimentale di venerdì scorso, nella seconda sezione davanti al giudice, la dottoressa Lorenzo.
Per la prima volta infatti, alcuni ragazzi presenti a quel party sono stati chiamati a testimoniare per cercare di far luce sulla morte del rapper, ancora oggi avvolta da troppi misteri.
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Durante l'udienza del processo seguito dal pm Giovanni Nostro - è stato anche ascoltato il medico legale Antonio Oliva, che ha confermato la causa del decesso del giovane: «Crisi cardiorespiratoria da intossicazione acuta da stupefacenti». E ha confermato come «possibile che in un quadro del genere si possa manifestare un respiro agonico», che possa essere stato confuso con «un forte russare».
LE TESTIMONIANZE Due in particolare i racconti in aula. Uno, di un ragazzo, che ha tentato di minimizzare l'accaduto: «Quella sera c'è stato un blando uso di canne, cose abbastanza normali»: lo stesso testimone però che, 3 giorni dopo la drammatica fine di Cranio Randagio, fu arrestato in strada perché in possesso di hashish e morfina «a fini di spaccio» scrissero gli agenti.
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Ma a confermare il sospetto che nell'appartamento di Pierfrancesco Bonolis (in realtà la casa è dei genitori che la sera stessa erano usciti a cena) girasse ben più di qualche canna, è la testimonianza di Francesca (nome di fantasia): «Sono stati consumati stupefacenti di ogni tipo, c'èra un via-vai di gente nella camera di Bonolis, allestita appositamente per consumare le droghe». Poi, il dettaglio agghiacciante della mattina seguente: verso le 9 furono girati alcuni filmati di Vittorio Bois mentre dormiva. «Il respiro era rumoroso, tipo di uno che stava russando», il racconto della giovane.
Nel video si vedono Bonolis e Jaime Garcia de Vincentiis (l'altro accusato di favoreggiamento) che ridono e scherzano senza aver minimamente compreso la gravità della situazione. Cranio Randagio, forse, poteva essere salvato se qualcuno avesse chiamato un'ambulanza per tempo. Invece solo tra le 13.30 e le 14 i ragazzi - che nel frattempo erano andati a letto - si accorsero del respiro agonico, in termine tecnico detto gasping. Un tipo di respiro introdotto da Marco Macchia, difensore della parte civile (della famiglia). Ma a quel punto Vittorio era già deceduto.
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IL CONFRONTO Dal quadro delineato emerge chiaramente che nell'appartamento girava di tutto. Non a caso, la sera del 12 novembre (giorno della morte di Vittorio) ci fu una sorta di confronto tra Bonolis e gli amici più intimi del rapper a piazza Prati Strozzi, in zona Prati. Proprio gli amici di Vittorio, sconvolti, chiesero informazioni dettagliate su cosa fosse realmente accaduto quella notte. Bonolis, che all'inizio del processo negò che ci fosse tutta quella droga in casa sua, quella sera invece raccontò proprio che si erano «fatti di tutto», gettando anche luce su un particolare di cui nessuno sapeva.
Che Bonolis e Vittorio Andrei consumassero molte droghe, diverse e in grandi quantità. Francesco Manente (difeso dall'avvocato Miglio), che è accusato di avere portato alla festa la droga («Io porto il crack», la frase agli atti), insieme a Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia de Vincentiis (tutelati dal legale Giovanni Maria Giaquinto), sono finiti a giudizio: il primo per «detenzione di droga e morte in conseguenza di altro reato», gli altri due per «favoreggiamento» avendo tentato di coprire l'amico. Il 16 marzo prossimo è previsto un nuovo dibattimento a piazzale Clodio: saranno ascoltati altri ragazzi presenti, una quindicina in tutto, per tentare di far nuovamente luce su questa pagina buia.
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