Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
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cristina comencini
Cristina Comencini: "Mio padre Luigi era un po' anomalo"
Cioè?
«Al tempo era considerato normale che il regista andasse a letto con l'attrice, come il pittore con la modella. Ma papà era troppo innamorato di mamma. Credo che trovasse meravigliosa Claudia Cardinale; ma lui non era quel tipo d'uomo. Anche se mi accorsi che sul set si trasformava».
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«Come fata turchina fu scelta, o forse imposta, la Lollobrigida, con cui mio padre non andava d'accordo. Così la trasformò in una streghina. Nel libro di Collodi, Pinocchio diventa un bambino soltanto alla fine; ma un film non può reggersi su un burattino. Così mio padre e Suso Cecchi D'Amico ebbero un'idea geniale: Pinocchio è un bambino che la fata turchina trasforma in burattino quando si comporta male».
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Com' era suo figlio Carlo Calenda da piccolo?
«Come me: non voleva mai stare fermo. Vivacissimo. Neanche lui amava la scuola, anche se non fu mai bocciato: faceva il suo, poi usciva a giocare. Aveva molti amichetti, che un po' dirigeva. Prima ancora lo ricordo in piedi nel box, mentre con due compagni di università ripetevo le lezioni d'economia».
gina lollobrigida pinocchio di comencini
Il suo maestro era Federico Caffè. Che idea si è fatto sulla sua scomparsa?
«Caffè era un monaco dell'insegnamento. Misogino, dall'identità sessuale irrisolta. Forse non si è suicidato, si è rinchiuso da qualche parte. Di certo si è tolto dal mondo. Come Maiorana. E un po' come Ettore Scola: che non scomparve, si ritirò».
Come mai sceglieste Carlo per il ruolo di Enrico, il protagonista di Cuore?
«Era lì e con il nonno aveva un rapporto speciale».
Anche Carlo diventò padre molto presto.
«E io diventai nonna a 35 anni».
Cosa gli disse?
«Gli consigliai di fare il papà senza rinunciare a nulla. Così prese la licenza liceale, poi la laurea. In famiglia siamo sempre stati così: quando arrivava un bambino, era una cosa bella, non un problema; e se ci sono problemi, si risolvono. Subito dopo nacque Luigi, il figlio che ho avuto da Riccardo Tozzi, il produttore».
Come mai finì tra lei e Fabio Calenda?
«Per giovinezza. Avemmo anche una figlia, Giulia. Ma eravamo troppo piccoli, con tutto ancora da fare. Le strade si separarono».
carlo calenda cristina comencini
È vero che lei era in Lotta continua?
«Sì. Al seguito di Fabio. Non ero una vera militante; anche perché avevo orrore degli scontri di piazza, come di qualsiasi forma di violenza. Il mio compito era prendermi cura dei figli delle compagne. Che quindi giocavano con Carlo».
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Lei ha mai subito molestie nel suo lavoro?
«Sul lavoro, no. Come quasi tutte le giovani donne ho avuto l'esperienza degli esibizionisti per strada, di quelli che ti mettono le mani addosso sugli autobus. Ma so che molte attrici hanno dovuto sottostare a molestie e ricatti».
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luigi comencini
Cosa pensa di Giorgia Meloni?
«Una donna che ha fatto un enorme lavoro, in un mondo del tutto maschile. Ha avuto carattere, fortuna, capacità. Ma se ci è riuscita, è anche grazie al movimento delle donne; pure se lei non lo rivendica».
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