Estratto dell’articolo di Eleonora Cozzella per "La Repubblica"
vino bianco fresco
«Il vino è come un semaforo. Quando è rosso bisogna fermarsi». Alessandro Pipero, del ristorante stellato di Roma che porta il suo nome, uomo di sala e sommelier, con una metafora sottolinea che un grande rosso ha bisogno di uno stop, di una pausa perché merita tempo, riflessione, concentrazione. Va da sé allora che i vini bianchi siano percepiti come meno impegnativi e che riescano a mettere tutti d’accordo, complice anche una diffusa sensazione del bianco come di vino spesso più leggero e di minor gradazione alcolica. […]
produttori di vino
Non stupisce che il mercato certifichi un vistoso sorpasso dei bianchi sui rossi. Dal confronto tra le tendenze del 2023 e quelle del 2019 si evidenzia in generale un calo dei consumi di vino dell’8%, con un vero e proprio crollo dei rossi (-15%). Peccato, perché sono proprio brand come Brunello di Montalcino, Amarone della Valpilcella o Barolo i simboli della produzione enologica.
La crisi non riguarda solo gli italiani: anche i rossi francesi hanno subito una frenata del 15% nelle esportazioni e nei consumi interni. E gli americani sono meno rossisti che in passato. I dati dell’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, parlano dell’aumento del consumo globale di bianchi e rosati (rispettivamente del 10% e del 17%), registrando poi un boom degli spumanti, trainati dal successo del prosecco, in Germania, Stati Uniti e Regno Unito. […]
vino rosso
Certo anche i costi fanno la loro parte. Come dice Dominga Cotarella, dell’azienda vitivinicola Famiglia Cotarella e presidente nazionale di Terranostra (Coldiretti), «se la capacità di acquisto si è contratta, è chiaro che una bottiglia di Brunello non sia per tutti, mentre parlando di fascia alta i bianchi molto costosi sono più rari».
[…] Luca Cuzziol, amministratore unico di Cuzziol GrandiVini ha forte il polso della situazione in qualità di presidente di Excellence, che raggruppa 21 società e rappresenta 2500 aziende vitivinicole: «Cambiamento climatico e nuove abitudini nello stile di vita hanno trasformato in modo netto il mercato. Trent’anni fa si andava in osteria a bere un bicchiere di vino, per lo più rosso.
Oggi la convivialità è un incontro per aperitivo o apericena e allora si comincia con una bollicina per poi proseguire con un bianco. Peraltro, i bianchi sono vini su cui c’è stato un grande sviluppo a livello di competenze e tecnologie». Inoltre, pesano le giornate sempre più calde. «Un marzo con 20-22 gradi – chiosa Cuzziol – porta più a bere un bianco servito freddo, che un corposo rosso».
bicchiere di vino vino rosso