Ignazio Mangrano per “La Verità” - Estratti
dominique meyer
Qualche settimana fa il destino dell’attuale sovrintendente, il francese Dominique Meyer, sembrava segnato. A Roma il principale azionista del Teatro alla Scala, il ministero dei Beni culturali, ovvero Gennaro Sangiuliano, era stato categorico: dopo venti anni di sovrintendenze straniere (Lissner, Pereira, Meyer), lo scranno del più importante teatro italiano doveva tornare ad un italiano.
Sangiuliano lo aveva spiegato anche in un colloquio privato con il sindaco Beppe Sala. Un accordo, quest’ultimo, che comprendeva anche la fine di una prassi, anche questa di importazione dall’estero, del doppio incarico, sovrintendente/direttore artistico, in capo ad una sola persona. Il ministero versa ogni anno oltre 30 milioni di euro all’ente lirico milanese, anche per questo le richieste del ministro sembrano inoppugnabili.
Negli ultimi giorni però una serie di fattori ha rimesso in gioco Meyer come possibile candidato alla successione di sé medesimo nel febbraio del 2025. Il primo elemento a favore del dirigente francese verrebbe dalla richiesta informale, pervenuta al Cda della Scala, da parte del ministero, di convergere sul nome di Fortunato Ortombina, attuale sovrintendente della Fenice di Venezia.
beppe sala dominique meyer
I membri del consiglio di amministrazione, con il sindaco Sala e il consigliere Giovanni Bazoli in testa, hanno accolto l’invito assai stizziti convinti che la prerogativa per la scelta del nome spetti esclusivamente a loro e non al ministro che semmai deve ratificare. Sala stesso, ormai vicino alla fine del suo mandato, non vorrebbe assumersi la responsabilità di una scelta così importante preferendo lasciare il pallino al suo successore.
Non a caso nei giorni scorsi il primo cittadino ha iniziato a parlare di una possibile proroga del francese. A dar manforte a questa corrente di pensiero si sono aggiunti due fattori di un certo peso.
Il primo è costituito dall’intensa attività diplomatica svolta dal direttore musicale scaligero, il maestro Riccardo Chailly, a favore di Meyer (leggi a favore di sé stesso) presso alcuni consiglieri. I più maliziosi segnalano che a condurre le danze non sarebbe tanto il direttore d’orchestra milanese quanto sua moglie Gabriella Terragni, ribattezzata dai loggionisti della Scala la Lady Macbeth di Paderno Dugnano, luogo dove risiede con il marito.
Fortunato Ortombina
Il secondo elemento, a favore dell’attuale sovrintendente, è costituito dai nomi in circolazione per la sua successione: Ortombina e Carlo Fuortes. Il primo è considerato vicino al centrodestra, anche per le sue aperture in Fenice, ai direttori d’orchestra Beatrice Venezi e Alvise Casellati. A Milano Sala ha già dovuto digerire la nomina imposta dal governo del figlio di Ignazio La Russa nel Cda del Piccolo Teatro. In più Ortombina a Venezia ricopre il doppio incarico di sovrintendente e direttore artistico e avrebbe fatto sapere di essere indisponibile ad un incarico singolo.
L’altro candidato è Carlo Fuortes che il governo sta cercando in tutti i modi di piazzare per compensare le sue dimissioni dalla carica di amministratore delegato della Rai (al San Carlo di Napoli e al Maggio di Firenze non c’è stato nulla da fare);
carlo fuortes foto di bacco sangiuliano
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