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“MI HANNO CIRCONDATA E POI SPOGLIATA, LORO ERANO NUDI” - UNA 15ENNE VIOLENTATA A NAPOLI, ALLO SCOGLIONE DI MARECHIARO, RACCONTA GLI ABUSI SUBITI DA DUE RAGAZZINI: “UNO DI LORO MI HA DETTO SE AVEVO VOGLIA DI SEGUIRLO E COMPRARE QUALCOSA DA BERE. POI MI HANNO TOLTO IL COSTUME. MI TOCCAVANO MA SONO RIUSCITA A SCAPPARE. POI…”

Fabio Postiglione per www.corriere.it

 

I DUE RAGAZZINI ACCUSATI DI STUPRO ALLO SCOGLIONE DI MARECHIARO A NAPOLI I DUE RAGAZZINI ACCUSATI DI STUPRO ALLO SCOGLIONE DI MARECHIARO A NAPOLI

«Io neanche ci volevo andare, poi uno di loro mi ha girata di spalle e ha fatto quello che non volevo mi facesse. Ho paura adesso, li ho anche riconosciuti su Facebook: non voglio raccontarlo a nessuno, anche se piango da questo pomeriggio, che devo fare?». Singhiozzava al telefono parlando con la sua amica del cuore. Era appena tornata dal mare ma non aveva il volto felice e spensierato di una ragazza di quindici anni che aveva passato una giornata in spiaggia con gli amici.

 

No, soffriva perché era stata sfregiata nell’anima e nel corpo da un branco di ragazzi che ora, grazie al suo coraggio, sono accusati di stupro. Aveva pensato di non dire nulla a nessuno, di nascondersi dentro quel segreto. Ma poi ci ha ripensato: ha acceso il cellulare che aveva tenuto spento per un po’ perché voleva isolarsi, e ha iniziato a scrivere in chat ad una amica raccontando quello che aveva vissuto poche ore prima. E anche che aveva subito indagato e usato l’arma più facile per un adolescente ai giorni d’oggi: Facebook.

 

LE CONFIDENZE CON UNA COMPAGNA DI STUDI

SCOGLIONE A MARECHIAROSCOGLIONE A MARECHIARO

Li aveva cercati, partendo dal suo amico, guardando i suoi amici di profilo e alla fine li aveva trovati. Individuati. I suoi aggressori avevano un volto e un nome. A quel punto la chat non bastava più, aveva bisogno di ascoltare una voce che l’aiutasse. Di un contatto umano. Così ha telefonato alla sua compagna di studi e ha detto tutto.

 

«Ero con gli altri, allo Scoglione di Marechiaro, poi uno di loro mi ha detto se avevo voglia di seguirlo per andare a comprare qualcosa da bere e per ripararci un po’ dal sole. Io mi sono fidata perché c’era gente, c’erano altre persone attorno. Cosa poteva mai accadermi?».

 

stupro x stupro x

Sembravano dei bravi ragazzi, innocui anche perché piccoli di età e facevano parte di una comitiva di altri conoscenti, di quartieri diversi ma spesso a mare allo «scoglione». «A Marechiaro cosa mi poteva mai accadere?», ripete all’amica. E invece quello che le hanno fatto, lei non riusciva proprio ad immaginarlo, né a raccontarlo: «Io voglio denunciare ma come faccio con i miei? Mi manca la forza...», aveva detto all’amica anche lei terrorizzata per quanto stava ascoltando dall’altra parte del telefono.

 

«MI HANNO CIRCONDATA E POI SPOGLIATA»

«In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata. Mi toccavano, mi toccavano. Sono riuscita a scappare e loro sono andati via». Ed è lì che ha detto di aver incontrato un altro ragazzo che faceva parte di quel gruppo e che ha finto di volerla aiutare: «Mi ha chiesto cosa mi fosse successo e poi invece mi ha trascinata in un angolo e mi ha girata di spalle».

 

RAGAZZA STUPRATA RAGAZZA STUPRATA

Quel racconto la giovane vittima lo ha ripetuto poi ai medici, ai carabinieri e al pm e lo ripeterà nella sua mente, forse per tutta la vita. E poi, come se non bastasse, come spesso accade in queste drammatiche storie, le offese e le provocazioni si dispensano anche sotto gli occhi di tutti nelle pagine Facebook. «Parlate di meno e s. di più», è la frase choc che il ragazzino accusato di averla violentata ha scritto sulla sua bacheca un mese dopo lo stupro a Marechiaro.

 

LE IMPRESE DEL BRANCO SU FB

Il giorno stesso invece, la sera, in compagnia di amici si è fatto ritrarre felice e spensierato mentre beveva una birra. Gli altri due invece, i ragazzi di Capodichino, proprio ieri, nel giorno nel quale hanno saputo di essere indagati per violenza, hanno postato una foto abbracciati: «Passerà anche questa, sempre insieme amico». Nel giorno della violenza si sono «taggati» proprio a Marechiaro: «Io e te sempre assieme».