DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Estratto dell'articolo di Giuliano Guzzo per "la Verità"
Care Big Tech, in nome della «tolleranza arcobaleno» vi chiediamo più censure. Per quanto possa suonare cruda e paradossale, è questa la sostanza di un nuovo appello che 250 celebrità di Hollywood, della tv e della musica hanno rivolto gli amministratori delegati di Meta, YouTube, TikTok e Twitter. L’idea della lettera […] è stata in origine di Glaad, acronimo di Gay & lesbian alliance against defamation, e Human rights campaign. […]
In effetti, la missiva in questione pone l’accento soprattutto sull’odio on line, denunciando come vi si sarebbe stato «un enorme fallimento sistemico nel proibirlo», assieme alle «molestie» e alla «disinformazione anti Lgbtq sulle piattaforme», motivo per cui il tema «deve essere affrontato». […]
l’appello - sottoscritto da volti noti di prima grandezza, da Amy Schumer ad Ariana Grande, da Demi Lovato a Jamie Lee Curtis, da Judd Apatow a Patrick Stewart - considera pericoloso e da censurare quello che chiama «odio anti trans». […]Non solo. Nella lettera in questione viene pure richiesto ai signori del Web cosa intendano fare rispetto ai «contenuti che diffondono bugie dannose e disinformazione sull’assistenza sanitaria necessaria dal punto di vista medico per i giovani transgender».
Dunque se si pubblicano sui social, poniamo, le considerazioni recentemente apparse sulla rivista scientifica Current sexual health reports a firma dello psichiatra Stephen Barrett Levine - che ha concluso come «il rapporto rischi/benefici della transizione di genere giovanile vari da sconosciuto a sfavorevole» -, si dovrebbe venire censurati? Sì, a quanto pare. Ma non è tutto. Per essere sicuri di farsi intendere, le star che hanno sottoscritto l’appello chiedono alle Big Tech di applicare gli stessi sistemi di monitoraggio e blocco dei contenuti che vigono durante i periodi elettorali o visti per il «Covid-19». […]
La cosa che fa sorridere è che tale appello arriva nello stesso periodo in cui un’indagine a cura di Summit ministries e McLaughlin & associates ha rilevato come il 61% degli americani ritenga che introdurre i piccoli al transgenderismo, ai drag show e ai temi Lgbt sia dannoso. Come se non bastasse, un’altra rilevazione ha scoperto che il 73% dei cittadini è dell’avviso che le grandi aziende dovrebbero restare neutrali sui temi politici e culturali, versante Lgbt incluso.
[…]
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