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LUI, LEI E IL KILLER – UNA 32ENNE DI BENEVENTO, ANNARITA TADDEO, È SOPRAVVISSUTA ALL'AGGUATO DI UN SICARIO FINGENDOSI MORTA – LA DONNA, COLPITA DA UN PROIETTILE ALLA TESTA, HA INGANNATO IL CRIMINALE PROBABILMENTE ASSOLDATO DALL’EX COMPAGNO NICOLA FALLARINO, 38ENNE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO PER UN OMICIDIO COMMESSO NEL 2009 - L'UOMO NON ACCETTAVA LA FINE DELLA LORO RELAZIONE...
Estratto dell’articolo di Dario Del Porto per “La Repubblica”
Il sicario aveva sparato alla testa, per ammazzarla. Ma lei, pur ferita gravemente, mentre era riversa sul pianerottolo della sua casa di Benevento con un proiettile conficcato nella fronte, aveva capito di avere una sola possibilità di salvarsi: fingersi morta. Solo grazie a questo disperato stratagemma della vittima, dunque, un altro femminicidio è stato sventato e le indagini, condotte dalla polizia del capoluogo sannita e coordinate dalla Procura diretta da Aldo Policastro, hanno fatto venire alla luce uno scenario sconvolgente.
Secondo l’accusa, l’agguato avvenuto l’11 settembre ai danni di una donna di 32 anni, Annarita, che fino a quel giorno gestiva un bar nella zona, fu commissionato dal carcere siracusano di Augusta, dove è tuttora detenuto l’ex compagno, Nicola Fallarino, 38enne già condannato con sentenza definitiva all’ergastolo per un omicidio commesso nel 2009 ai danni di un uomo costretto sulla sedia a rotelle.
È stato Fallarino, per i magistrati, a incaricare il killer con il volto coperto da casco integrale che, convinto di aver assassinato Annarita, portò via dall’appartamento della vittima i cellulari della donna e 2mila euro, per poi allontanarsi su un ciclomotore rubato qualche giorno prima a Napoli. Proprio il ritrovamento di quei telefoni, danneggiati e poi gettati via, ha impresso la svolta alle indagini: dalla memoria sono saltate fuori le minacce indirizzate da Fallarino ad Annarita dopo che lei aveva deciso di troncare la relazione. […]
Il pregiudicato viveva la fine del rapporto come un’onta, pretendeva che la 32enne lasciasse il bar di cui rivendicava la proprietà (che però formalmente non risulta) e ripeteva di essere pronto ad uccidere lei, la madre, e persino il padre della vittima quando quest’ultimo, detenuto per altre vicende di droga, fosse stato scarcerato.
Fallarino sospettava che Annarita, a fronte delle ripetute minacce, potesse vendicarsi sul figlio dell’ex compagno, ipotesi peraltro non suffragata da alcun elemento, e con un cellulare di cui disponeva in cella riusciva addirittura a collegarsi con le videocamere installate nel bar.
[…] L’ergastolano dovrà scontare inoltre una pena a 26 anni di reclusione per reati di droga. Sono scattate anche 28 perquisizioni, gli agenti della polizia penitenziaria hanno perquisito 2 detenuti di Benevento e 10 ad Augusta, dove sono stati sequestrati tre cellulari. […]
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