violenza sessuale minori stupro

ADESCO A FARE DUE PASSI - UN 40ENNE DI ROMA, MARIO ABIGNENTE, AGGANCIA UNA 15ENNE SU FACEBOOK FINGENDOSI UNO STUDENTE UNIVERSITARIO, LA INCONTRA E LA STUPRA IN UN CASOLARE SULLA TIBURTINA - I FATTI RISALGONO AL 2014 E ALL'EPOCA L’UOMO NON È FINITO IN GALERA, NONOSTANTE UN PRECEDENTE PER VIOLENZA SESSUALE COMMESSA A SALERNO  

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Giulio De Santis per il “Corriere della Sera - Roma”

 

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Su Facebook Mario Abignente, 40 anni, si presenta a una quindicenne come uno studente di medicina di 25 anni. Profilo falso, ma seducente per la giovane, che finisce per scoprire chi si nasconde dietro il finto studente solo quando lui la stupra in un casolare abbandonato sulla Tiburtina. Con quest' accusa l'uomo è finito sotto processo, imputato di violenza sessuale.

 

I fatti risalgono al novembre del 2014. All'epoca Abignente non è finito in galera, nonostante la richiesta del pm Pantaleo Polifemo. L'accusato aveva pure un precedente per una violenza sessuale commessa a Salerno dove era stato condannato con rito abbreviato a 3 anni, sentenza irrevocabile dal 2012.

 

VIOLENZA SESSUALE

Tuttavia per lo stupro sulla Tiburtina viene disposto il divieto di avvicinamento alla giovane: il provvedimento viene deciso dal gip nel maggio del 2015, anche su sollecitazione del legale della parte offesa, l'avvocato Geraldine Pagano. Decisione presa pertanto molti mesi dopo la presunta violenza, quando emerge che il finto studente per settimane ha ossessionato la giovane, prima mandandole messaggi a ripetizione, poi minacciandola di pubblicare un video hard.

 

Addirittura Abignente - ora in carcere per un cumulo di pena dovuto a reati contro il patrimonio - si presenta a scuola della ragazza dicendo di essere il padre. I contatti su Facebook cominciano i primi di novembre di quattro anni fa. L'uomo dice di avere 25 anni e di studiare per diventare medico. La giovane gli crede e cosi si arriva all'appuntamento. Luogo dell' incontro: all'uscita della scuola.

violenza sessuale

 

A quel punto la ragazza è in trappola. L'uomo la spinge a seguirlo in un edificio abbandonato, dove si consuma la violenza. Abignente sapeva, com'è scritto nel provvedimento, della minore età della giovane e ammette di sentirsi in colpa con una compagna di classe della ragazza: «Dovevo aspettare che crescesse». Anzi, Abignente si lascia andare a una confessione, ricordando che la quindicenne piangeva durante il rapporto.

 

Intanto la ragazza, nei mesi successivi al dramma, abbandona la scuola, smette di usare i social network, limitandosi a sentire i compagni solo parlandoci al telefono. Il gip ha sottolineato l'incapacità dell'uomo a tenere a freno le pulsioni sessuali sulla quindicenne. E ha rimarcato i danni psicologici causati alla ragazza. Ma ha optato per il divieto di avvicinamento.