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SAMBA TRISTE DO BRASIL - DISOCCUPAZIONE, INCHIESTE GIUDIZIARIE, POLITICI TRAVOLTI ED ECONOMIA A PEZZI: 7 ANNI DOPO L’ASSEGNAZIONE DI MONDIALI E GIOCHI, IL DESTINO DEL BRASILE SI È CAPOVOLTO - LE OLIMPIADI DOVEVANO ESSERE L’APOTEOSI, RISCHIANO DI DIVENTARE IL CAPOLINEA DEI SOGNI COLLETTIVI

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BRASILE DISOCCUPAZIONEBRASILE DISOCCUPAZIONE

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

“Toc”. Il servizio di Nole Djokovic - in allenamento al Parco Olimpico sotto il sole di mezzogiorno - schiocca come una frustata sul telone a fondo campo. João, fermo in mezzo alla strada tre metri fuori dalla recinzione, fa un salto spaventato sulla sua piccola sedia di legno.

 

«Tudo pronto», dice alzando il pollice ai ciclisti neozelandesi, sbalorditi perché a 24 ore dalla cerimonia d’apertura questo omone in giacca arancione della Sinapec sta ancora pitturando le strisce pedonali sull’asfalto del Villaggio.

 

RIORIO

Avrà ragione lui. A sette anni dal mitico 2009 in cui il Brasile ha messo a segno la storica doppietta Mondiali- Olimpiadi, tutto è pronto (o quasi) per accendere il braciere, ma niente - nel paese - è davvero in ordine. Il mondo in sei anni si è capovolto.

 

«Rio 2016 ci porterà tra i grandi del pianeta », recitava entusiasta la brochure per la presentazione della candidatura carioca. «E tutti eravamo sicuri che sarebbe stato così», ricorda con nostalgia Fernanda Tavares, 35enne volontaria olimpica. Erano anni d’oro.

ROUSSEFF ROUSSEFF

 

Il boom delle materie prime e dell’export verso la Cina aveva gonfiato il Pil alla stratosferica media annua del 3,9%. I programmi sociali di Lula avevano strappato un bel pezzo della popolazione alla povertà e dimezzato al 7,2% la disoccupazione. «Sognavamo ad occhi aperti, certi che Mundial e Olimpiadi ci avrebbero fatto diventare la quinta potenza mondiale».

 

RIO INQUINAMENTO ROUSSEFFRIO INQUINAMENTO ROUSSEFF

Non è andata così. Sia lei sia il suo paese sono tornati con i piedi per terra. I prezzi di petrolio, canna da zucchero e soia (il 40% dell’export) sono crollati. La Cina batte in testa e ha chiuso i rubinetti delle importazioni. La spesa pubblica ha fatto deragliare i conti statali. «La bolla è scoppiata », ride amara la biondissima volontaria. Lei ha perso il suo posto di commessa lo scorso anno, come 1,5 milioni di suoi connazionali. Il Brasile ha iniziato ad avvitarsi su se stesso.

 

BRASILE GIOCHI RIO 2016BRASILE GIOCHI RIO 2016

Il calcio, come al solito, ha tracciato la strada: «Che il vento fosse cambiato l’ho capito davvero il 7 luglio del 2014», dice Nelson, pompiere baffuto in servizio alle piscine delle gare di nuoto. Brasile- Germania 1-7, dice il tabellino della semifinale Mundial che è diventata un trauma nazionale.

 

Da allora le cronache nazionali sono un crescendo rossiniano di notizie negative: il pil è crollato del 3,7% nel 2015 e perderà altrettanto quest’anno. Il rating del paese è stato declassato a spazzatura, il debito cresce a ritmi da allarme rosso, la disoccupazione è balzata dal 6,5% di fine 2014 all’11,3% di oggi.

 

L’inchiesta Lava- Jato (“Autolavaggio”) sulle tangenti pagate dal colosso petrolifero Petrobras alla politica – la Mani Pulite locali – ha dato il colpo di grazia: decine di politici e il gotha industriale sono finiti sotto inchiesta. Lula ha rischiato l’arresto e andrà a giudizio per “ostruzione alle indagini” mentre Dilma è stata esautorata dalla presidenza e affronterà dopo i Giochi il voto sull’impeachment.

 

RIO 2016RIO 2016

Il governo del suo sostituto Michel Temer ha già perso per strada tre ministri causa guai giudiziari. «Un disastro quasi peggiore della disfatta della Seleção del 2014», scherza (ma non troppo) Nelson.

 

Altro che quinta potenza. Il Brasile – certifica il Fondo Monetario – arranca al nono posto. Dietro Francia e Gran Bretagna, ma pure alle spalle di India e Italia. Le Olimpiadi dovevano essere l’apoteosi dell’hubris nazionale. Invece rischiano di diventare il capolinea dei sogni collettivi.

 

Lo Stato di Rio – orfano delle royalty dei pozzi di greggio offshore, la maggior entrata – ha alzato bandiera bianca autoproclamandosi “in stato di calamità finanziaria” e solo un assegno last- minute da 890 milioni di dollari sganciato dal governo ha consentito di mettere una pezza e arrivare quasi pronti – con il fiato corto - alla cerimonia inaugurale.

 

La speranza è che il peggio sia alle spalle. La produzione industriale, ricordano gli ottimisti, cresce da quattro mesi. Real e Borsa (+20% in un mese) hanno dato segnali di recupero. I Giochi – come nell’antica Grecia - sembrano aver portato a una tregua nello scontro stile Ok Corral tra politica e magistratura.

BRASILEBRASILE

 

Una vendemmia di ori giallo-verdi alle Olimpiadi potrebbe ridare un po’ di fiducia a un paese sfiancato da due anni in apnea. «Cadiamo, ma ci rialziamo sempre» conclude con filosofia Nelson. La crisi, in fondo, è iniziata con il calcio e con il pallone potrebbe finire. «Mio figlio ha sognato che vinceremo l’oro, doppietta di Neymar. E allora ripartirà tutto», assicura. Sperando che i sogni, questa volta, diventino veri.