anziano cammina

SENZA UNA FAMIGLIA C'E' TANTA SOLITUDINE - NEL NOSTRO PAESE IN 9,3 MILIONI SOFFRONO LA SOLITUDINE E QUASI LA METÀ HA PIÙ DI 65 ANNI: LE TRASFORMAZIONI SOCIALI HANNO RIDOTTO LA CERCHIA DI FAMILIARI SU CUI FARE AFFIDAMENTO, COSI' COME I RAPPORTI DI VICINATO E AMICALI - E IN UN SISTEMA CHE STA SMANTELLANDO IL WELFARE, FAR FRONTE AI PROBLEMI SARÀ SEMPRE PIÙ DIFFICILE: L'ISTAT HA STIMATO CHE NEL 2043 GLI ANZIANI SOLI RAGGIUNGERANNO 6,2 MILIONI, IL 57,7% DEI 10,7 MILIONI DI PERSONE CHE SI PREVEDE VIVRANNO SOLE...

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Estratto dell’articolo di Giulio Sensi per Il "Corriere Della Sera"

 

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Per alcuni italiani un po’ di solitudine è un desiderio, ma per molti, troppi, è una condanna. Perché amplifica le povertà e le difficoltà. […] con la crescita dell’età media aumenta anche la solitudine che avvolge la vita delle persone, soprattutto anziane, di quelle con disabilità e immigrate.

 

Ma nella spirale della solitudine scivolano anche i giovani. I dati statistici e le ricerche sulle persone sole di Eurostat e Istat parlano chiaro: nel nostro Paese in 9,3 milioni si sentono soli e quasi la metà ha più di 65 anni. Evidenze riprese e commentate da Percorsi di secondo welfare che ha dedicato al tema il primo numero della sua nuova rivista divulgativa «Nessi».

 

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«Fra le sfide sociali di cui spesso parliamo - spiega Franca Maino, direttrice scientifica di Percorsi di secondo welfare e docente all’Università degli Studi di Milano - va aggiunta quella della solitudine, per come cambia la struttura familiare e per come è cambiata la società. Essere soli amplifica i rischi presenti e futuri.

 

Significa essere più poveri: di relazioni, di contatti, avere meno possibilità di interazione con altri e questo tipo di povertà si aggiunge ad altre forme non solo materiali. Ma che toccano varie sfere della vita delle persone, alimentare, lavorativa, sanitaria, e dei legami sociali».

 

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[…] Non avere relazioni su cui poter contare cronicizza i problemi e spinge a una sorta di ritiro sociale: ci chiudiamo in casa, si esce poco, non ci rivolgiamo a servizi e non condividiamo ciò che viviamo, amplificando la sensazione che quel problema sia insormontabile.

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Le trasformazioni sociali hanno ridotto la cerchia prossima familiare e parentale dei legami sociali, ma sono stati messi in discussione anche quelli di vicinato, amicali e i rapporti nelle comunità in cui viviamo. Tutto questo avrà un impatto anche dal punto di vista della capacità di reagire ai cambiamenti che ognuno ha nella vita: quando va tutto bene i problemi sono relativi ma, in un sistema in cui il welfare è sempre più fragile, non poter contare sul sostegno degli altri è un’ulteriore grande sfida.

 

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Da questo punto di vista il futuro non è roseo: Istat ha stimato che nel 2043 gli anziani soli raggiungeranno 6,2 milioni, il 57,7 per cento dei 10,7 milioni di persone che si prevede vivranno sole.

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