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Rachel Kramer Bussel per “Elle”
Mary (uno pseudonimo), 35 anni, è sposata da oltre dieci anni. Dopo qualche tempo, suo marito si è rivelato transgender, o meglio “gender fluid”, più tendente al femminile. Com’è cambiata la loro relazione sessuale? E’ migliorata, secondo Mary, che racconta: «Avrei voluto fare sesso tre volte a settimana, invece capitava una volta ogni tanto. Ero cresciuta credendo che gli uomini volessero solo quello, ma il mio di uomo non ne aveva intenzione.
Pensai di non essere abbastanza attraente, provai a smuoverlo in ogni modo, ad eccitarlo e ad istigarlo, con nuova lingerie e facendo sexting. Niente. Mi dovetti rivolgere ai “sex toys” per trovare soddisfazione. Finché mio marito non mi disse che era trans. All’inizio pensai che avremmo divorziato, ma nessuno dei due lo voleva davvero. Lui si dava del “noi”, semplicemente viveva una doppia vita. Non conoscevo nessuno nella mia situazione».
Mary reagì tradendolo varie volte: «Ferii me e lui. Lui, anzi loro, mi rimasero accanto anche se davo il peggio di me. Amavo mio marito come essere umano, cominciai a fargli domande sulla sua condizione, sulla eventuale transizione. Anche io, sotto sotto, mi identificavo come bisessuale. Più studiavo e mi informavo, più capivo che la chiesa m aveva mentito su tutto: uomini, donne, sesso e matrimonio. Il nostro approccio al sesso cambiò, scoprii la bellezza degli orgasmi ottenuti con il sesso orale.
Ogni tanto mi mancava la posizione del missionario ma rinunciavo volentieri perché lui, come tutti coloro che hanno una disforia, aveva problemi ad accettare il ruolo che i suoi genitali giocavano nella penetrazione. Ora abbiamo una relazione queer, molto più creativa. Non mi sento più una donna non desiderata, mi sento a mio agio nel mio corpo, come mai prima d’ora. Siamo più intimi e connessi, non c’è alcuna aspettativa da tradire o rispettare».
Prima a letto regnava il silenzio, ora c’è comunicazione: «So dire ad alta voce no e sì. I nostri ruoli sono diversi: lui non è necessariamente quello che butta la spazzatura e io non sono necessariamente quella che fa quadrare i conti in casa. Entrambi cuciniamo, spesso insieme. Capita che io butti la spazzatura e lui vada a fare la spesa. Mio marito è ancora un uomo in ufficio, ma a casa condividiamo i deodoranti e i trucchi.
Facciamo la pedicure insieme. Lui è quasi più donna di me e mi sta bene. I nostri amici più cari, lo sanno. Fanno domande e pensano che la transizione sarà completa solo quando diventerà anche fisica. A volte vorrei che fossimo una coppia normale, ma solo per evitare certi imbarazzi. Per il resto invece, siamo più innamorati oggi di quando ci incontrammo. Da ragazza sognavo il principe azzurro e non immaginavo che arrivasse una principessa. Per noi, l’amore trascende il genere».
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