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Cotonatissimi, pettinati verso l'alto, poi ripiegati sulla cima della testa creando una forma simile a quella di una cipolla. Il mitico beehive dal sapore anni '60 popolarissimo tra le dive di allora da Audrey Hepburn a Brigitte Bardot, e poi ancora ai nostri giorni tra le loro "nipotine", da Amy Winehouse buonanima a Scarlett Johanson, aveva una "mamma", una creatrice: Margaret Vinci Heldt, parrucchiera italo-americana di Chicago, morta in questi giorni a Evanston, Illinois, per arresto cardiaco. Aveva 98 anni.
Beehive significa alveare: rispetto alle acconciature più piatte e anonime degli anni Cinquanta, fu una vera e propria rivoluzione, permessa da una invenzione del dopoguerra, la bomboletta spray della lacca. Nel suo salone su North Michigan Avenue a Chicago, Margaret, che alla nascita era stata registrata come Michela, la spruzzava a profusione per creare una invisibile ma solidissima impalcatura sui capelli cotonati.
Grazie alla lacca, la pettinatura poteva durare giorni. "Usavo dire alle mie clienti: non importa quel che tuo marito fa dal collo in giu', ma non ti deve mai toccare i capelli", aveva detto Margaret in una intervista di cinque anni fa al Daily Mail.
Il beehive debutto' nel febbraio 1960 sulle pagine della rivista di settore Modern Beauty Shop accessoriato da uno spillone a forma di ape che contribui' a tenere a battesimo la pettinatura. Immediatamente fu "alveare-mania", alimentata dalle celebrita' che adottarono l'acconciatura: tra le prime, le cantanti Dusty Springfield, Aretha Franklin, Barbra Streisand e le Ronettes, le attrici Brigitte Bardot e Audrey Hepburn.
Piu' di recente le fan di Mad Man, il serial di HBO ambientato tra i pubblicitari di Madison Avenue, hanno dato vita a un revival.
E se la povera Winehouse era una fedelissima del look, si sono pettinate più di una volta con il beehive Cheryl Cole, la Johansson, Sara Jessica Parker, perfino Angelina Jolie. E poi Penelope Cruz, Jennifer Lopez, Kim Kardashian e le cantanti Beyoncé e Adele: come Marge, la protagonista dei Simpsons, tutte adepte di una pettinatura che regalava alla donna parecchi centimetri di altezza in più e un aspetto "regale".
IL BEEHIVE DI AUDREY HEPBURNIL BEEHIVE DI AMY WINEHOUSE IL BEEHIVE DI BRIGITTE BARDOT
Figlia di un bottaio e di una casalinga siciliani, la Vinci era gia' una celebrita' quando invento' il beehive. Nel 1954 aveva vinto una gara nazionale per la parrucchiera dell'anno e il suo salone su North Michigan Avenue era popolarissimo. Oggi il suo alveare e' un pezzo di la museo: con la piccola ape che lo decora, l'originale e' esposto al Chicago History Museum.
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