DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Clemente Pistilli per la Repubblica - Roma
Festini, banchetti sontuosi a base di cacciagione, giochi hard tra cespugli di macchia mediterranea e boschetti di leccio. Fino al 1970 Zannone è stato un piccolo regno su cui governava da monarca assoluto il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, Camillino per gli amici. Un ambiente disinibito e disabitato, a breve distanza da Ponza. Di quelle storie di virtù e tanti vizi dei nobili romani è stato testimone privilegiato Salvatore Pagano, l' ultimo guardiano dell' isola, deceduto la settimana scorsa a Gaeta all' età di 86 anni.
Quella che è ormai nota come l' isola a luci rosse era rimasta per Pagano il luogo del cuore, senza mai cercare i riflettori, custodendo memorie e piccanti segreti.
Era il 1964 quando Pagano iniziò a lavorare a Zannone, prendendo il posto di Silverio Iodice e portando con sé tutta la famiglia.
Si occupava degli ospiti del marchese che aveva affittato l' isola come riserva di caccia. Badava alla manutenzione della villa dove alloggiavano i nobili, dei sentieri e pensava pure a non far mancare il cibo ai mufloni, che rappresentavano poi il divertimento degli altolocati cacciatori.
«Per far mangiare quegli animali - ricorda una nipote del custode - mio zio faceva arrivare l' avena da Ponza e con un gozzo si fermava in tutte le cale a lasciare il mangime».
Tante incombenze in un luogo di godimento sfrenato. «Mio zio - racconta sempre la nipote - ci parlava delle cene sull' isola, di ospiti importanti e anche di situazioni particolari. La marchesa era provocante ma lui rispettava il signore e restava al suo posto. Teneva l' isola come un gioiello e trasportava il cibo fino alla villa con tre asini». Anche i rifornimenti arrivavano da Ponza a bordo di un gozzo denominato "La Fagiana". Pagano viveva ormai di quei ricordi. « Ne parlava tutti i giorni - assicura la moglie Sara Casalino - e ripeteva che dai Casati stava bene. Spesso poi siamo tornati a Zannone».
Il regno però crollò 49 anni fa, quando il 30 agosto 1970, i giochi di cui il marchese era il regista sfuggirono di mano a " Camillino" che, pazzo di gelosia per il giovane studente Massimo Minorenti, uno degli amanti della marchesa Anna Fallarino, imbracciò un fucile e nel loro appartamento di via Puccini, a Roma, uccise la moglie, l' amante e poi si tolse la vita.
« Mio zio - rievoca la nipote di Pagano - prese molto male quella storia. Aveva un vero e proprio rapporto di amicizia con il marchese, che lo trattava come uno di casa». Il duplice omicidio-suicidio fece venire alla luce le perversioni dei Casati Stampa e i rotocalchi si riempirono di immagini senza veli della marchesa, scattate proprio a Zannone. E un filo lega quelle vicende all' attualità più recente. Grazie ai buoni uffici dell' allora giovanissimo Cesare Previti, tutore della marchesina Anna Maria Casati Stampa, il futuro leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, riuscì infatti ad acquistare per 500 milioni di lire la villa di Arcore. Zannone tornò ad essere il regno solo degli animali selvatici e di pochi vacanzieri.
Nel 1979 l' isola entrò a far parte del Parco Nazionale del Circeo, Pagano andò in pensione nel 1993, la villa andò in rovina. Quattro anni fa l' allora sindaco Piero Vigorelli presentò una denuncia alla Procura. A luglio scorso, la giunta comunale di Ponza ha approvato una delibera con cui ha deciso di incaricare un legale per revocare la concessione di Zannone al Parco, chiedendo all' ente pure un risarcimento danni per la villa distrutta.
Per Pagano quelle rovine erano una ferita aperta. «Mio marito si rammaricava per tutto quell' abbandono e parlandone gli spuntavano le lacrime».
Casati StampaCasati StampaCasati StampaCasati StampaCasati Stampa
camillo e anna casati stampal ingresso della villa costruita su un monastero medievalela spiaggia privata dell isola di zannonela piscina romana della villa dei casati stampaanna fallarino casati stampala villa dei casati stampa
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