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Valentina Lupia per “la Repubblica - Roma”
I contagi aumentano e per gli albergatori sfuma il sogno di vedere gli hotel stracolmi per le festività natalizie e per Capodanno. Secondo Tommaso Tanzilli, direttore di Federalberghi Roma, «il 20% delle camere prenotate sono state già disdette». E il trend, aggiunge, «è in peggioramento», con strutture già sull'orlo del fallimento a cui questa nuova ondata di casi positivi potrebbe dare la mazzata finale. A meno che, ovviamente, non ci sia una rapida frenata dei contagi.
Dicembre, però, è praticamente alle porte e non rimane che provare a vendere qualche stanza con cancellazione gratuita fino al giorno prima dell'arrivo, pregando affinché i positivi diminuiscano. Su Booking, Trivago, Expedia e siti per la prenotazione delle camere, doppie, triple e familiari si trovano a prezzi stracciati rispetto ai tempi pre-Covid: in un hotel 3 stelle in zona piazza Bologna, facente parte di una rinomata catena internazionale, due notti a Capodanno costano 217 euro a coppia, con cancellazione gratuita «fino alle 18 del 30 dicembre» e «senza pagamento anticipato», si legge su Booking.com.
In un hotel di design all'Aventino, quattro stelle, 305 euro. In una struttura a San Giovanni, sempre di un'importante catena, 338, sempre senza sborsare un centesimo prima dell'arrivo e da poter disdire all'ultimo.
«L'importante per le strutture è provare a riuscire a coprire almeno i costi fissi - prosegue Tanzilli - riempiendo qualche camera e sperando che il Capodanno in vacanza dei turisti si salvi».
Si cerca solo di sopravvivere, dunque, anche a costo di vendere camere a prezzi stracciati, con l'auspicio che la situazione si riprenda entro un paio di settimane e che chi ha già fermato una stanza non la disdica.
«La situazione, però, è in peggioramento - dicono da Federalberghi -. Qualora dovesse migliorare, saranno vacanze non last minute, ma "last second"». Di quelle in cui si decide di partire due-tre giorni prima, detto in breve.
A rischio fallimento, qualora le festività non dovessero riempire le strutture come successo nei primi giorni di novembre, sarebbero centinaia tra hotel, bed & breakfast, affittacamere, case vacanza che si aggiungerebbero alle 350/380 già chiuse da marzo secondo Federalberghi (non tutte avrebbero ancora dichiarato fallimento) e alle 250 secondo Assoturismo.
turisti a roma con la mascherina
Non solo: «A fine anno finisce la cassa integrazione - aggiunge Tanzilli -. Senza una ripresa, anche gli hotel aperti ma con riempimenti al 30% potrebbero licenziare. Considerando che tra lavoratori diretti e indiretti sono circa 100mila a Roma le persone che ruotano attorno all'ospitalità, la crisi del settore potrebbe trasformarsi in una crisi sociale, con licenziamenti di massa».
Per Daniele Brocchi, responsabile Assoturismo Confesercenti Roma, «se i contagi risaliranno, ci sarà inevitabilmente una frenata del turismo. Se la situazione si riprenderà, invece, ci sarà una buona mobilità interna», sulla spinta anche delle situazioni drammatiche in Austria e in Slovenia.
Con Roma, probabilmente, tra le destinazioni in pole. Ma coi contagi in aumento (ieri +137 rispetto a sabato), aumentano anche le possibilità che da quel 20% di disdette non si torni indietro. Anzi.
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