DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Estratto dell’articolo di Liana Milella per la Repubblica
L' idea era buona. Come la racconta Giovanni Legnini, il vice presidente del Csm: «Si dice sempre che i magistrati devono stare zitti. Non devono parlare delle loro inchieste.
Invece devono farlo. Ma devono farlo bene. Rispettando le regole». E qui la faccenda si complica. Perché oggi il Csm (…) detta per la prima volta le linee guida per «una corretta comunicazione istituzionale».
Ma in quella circolare (…), ci sono troppi "no" sulla cronaca giudiziaria (…).
Consiglio Superiore della Magistratura
No agli scoop, azzerando il sano principio della leale concorrenza tra testate. No alle anticipazioni, negando a chi trova una notizia la possibilità di pubblicarla subito, anche se la persona coinvolta non saprà dal magistrato, ma dalla stampa, di essere finito in un guaio. No alla pubblicazione di notizie che possono violare, anche in parte, il segreto delle indagini.
No a scriverle consegnando già all' opinione pubblica un possibile colpevole. (…) Si ha l' impressione che (…) più che un aiuto possano diventare un bel problema.
E forse un problema potrebbe esserci pure tra le toghe. Perché la coreografia delle notizie porta alla forte concentrazione nelle mani del capo della procura che diventa il deus ex machina della macchina informativa. (…) Sarà il "responsabile per la comunicazione".
L' unico che può parlare, imponendo la linea e controllando pure la polizia giudiziaria. (…) Sarà lui solo a decidere flusso e modalità informative.
sede csm consiglio superiore della magistratura
Ma non basta. Il futuro meccanismo sembra togliere, più che aggiungere informazione rispetto al sistema attuale. Ecco il concetto di comunicazione "reattiva", così viene definita, «per correggere informazioni errate, false, distorte».
E ancora la comunicazione "obiettiva", cioè "presentare un' accusa in modo imparziale, equilibrato, misurato". Ma questo saranno i giornalisti a deciderlo. E ancora: l' approccio "garantista"(…) rischia di risolversi in regole che solo chi scrive, e non certo chi dà le notizie, ha diritto di darsi.
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