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Alberto Genovese avrebbe utilizzato i proventi dell'evasione fiscale per «provvedere al reperimento delle risorse necessarie per le sue attività personali, tra cui l'acquisto e la ristrutturazione della villa a Ibiza e l'acquisto di beni di lusso e di consumo», tra cui «ingenti acquisti di alcolici». È quanto scrivono i giudici della terza sezione della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui hanno rigettato il ricorso dell'imprenditore contro il sequestro preventivo di 4,3 milioni di euro su un'ipotesi di presunta evasione fiscale che sarebbe stata commessa negli anni scorsi.
In particolare, Genovese si sarebbe servito della società Auliv «per scopi personali del tutto estranei all'oggetto sociale» e «in modo pressoché esclusivo per gestire i flussi finanziari derivanti dalle sue attività e dalle sue partecipazioni societarie e provvedere al reperimento delle risorse necessarie per le sue attività personali».
Tra acquisto e ristrutturazione la villa a Ibiza è costata 8 milioni di euro. Genovese è imputato di violenza sessuale dopo che una 18enne lo ha accusato di averla violentata nella sua casa di Milano durante una festa, e anche un'altra ha denunciato una violenza che sarebbe avvenuta proprio nella villa di Ibiza.
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