
DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE…
“IN QUESTA ITALIA, ARMANI ERA UN ALIENO, DESTRUTTURATO COME LE SUE CELEBRI GIACCHE” – ALBERTO MATTIOLI: “NON SO SE FOSSE UN GENIO. DI SICURO, ERA UN GRANDE PROFESSIONISTA. ALTRO CHE UNO VALE UNO, GLI ASINI IN CATTEDRA, L'UNIVERSITÀ DELLA VITA. IN PRIMIS, SERVONO CONOSCENZA E COMPETENZA. E TANTO LAVORO” – “ARMANI DICEVA CHE L'ELEGANZA NON ERA FARSI NOTARE, MA FARSI RICORDARE. QUESTA SOBRIETÀ È CHIARAMENTE INATTUALE IN UN PAESE SEMPRE PIÙ VOLGARE, ESIBIZIONISTA, PACCHIANO. È DIFFICILE IMMAGINARE L'INFLUENCER, IL CALCIATORE, IL POLITICO POPULISTA O L'OPINIONISTA PRÊT-À-PENSER GRIFFATI ARMANI. LORO, APPUNTO, VOGLIONO FARSI NOTARE, QUINDI ESAGERANO. E L'ESAGERAZIONE È LA VERA CIFRA DELLA SOCIETÀ CAFONA ..."
Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “La Stampa”
D'accordo: lo stilista, l'imprenditore, il self-made-man, Richard Gere amletico davanti a una sfilata di camicie color polvere, lui ormai anzianissimo paparazzato mentre sistema personalmente una vetrina con la cura maniacale che l'ha sempre contraddistinto. E poi le sfilate, i trionfi, le copertine, l'eredità, il made in Italy, il lutto privato e il cordoglio pubblico e generalizzato. Di Giorgio Armani si leggerà di tutto e di più, com'è giusto.
L'impressione, però, è che in questa Italia, Armani fosse ormai un alieno, destrutturato come le sue celebri giacche. Per almeno due ragioni. La prima. La grande arte italiana, e nella categoria comprendiamo pure la moda, è sempre stata fatta, in primo luogo, di un'abilità tecnica spinta fino al virtuosismo. Poi se sei un genio, benissimo: ma, alla base, c'è il saper fare le cose.
Quando Verdi ammoniva che nei conservatori «bisogna tornare all'antico, sarà un progresso» non invocava, lui rivoluzionario, la reazione. Diceva: cari ragazzi, prima dobbiamo massacrarvi di fughe e contrappunti. Poi, se e quando avrete imparato il mestiere, allora potrete creare.
Solo così la passione diventa una professione. Non so se Armani fosse un genio e non ho gli strumenti per farmene un'idea. Di sicuro, era un grande professionista, espressione di quell'altissimo artigianato che, nei casi migliori, diventa arte. Altro che uno vale uno, gli asini in cattedra, l'università della vita e chi se ne frega di curriculum, studi ed esperienze. In primis, servono conoscenza e competenza. E tanto lavoro.
Punto secondo. La nostra civiltà è l'erede di quella classica che aveva fatto della misura un valore. «Meden agan», niente in eccesso, era scolpito sul tempio di Apollo a Delfi […]. «Ne quid nimis», traducevano i latini. Se ci pensate, è la definizione perfetta dello stile Armani che era uno stile, non una moda, appunto perché era così.
La misura, il rigore, il rifiuto dell'eccesso e dell'orpello, l'arte di togliere e non di aggiungere: la classicità è anche questo. Armani diceva che l'eleganza non era farsi notare, ma farsi ricordare. Giustissimo, e infatti l'armonia è quella cosa che apprezzi pur non notandola.
«Ha quel certo non so che», dicevano le nostre nonne longanesiane delle amiche chic, e naturalmente avevano ragione. Si capisce subito se una persona è elegante. Ma, se è davvero elegante, non si capisce perché. Ora, questa sobrietà […] questo, scusate la parolaccia, decoro (un pubblico decoro cui nel suo caso faceva pendant, naturalmente, la riservatezza privata) è chiaramente inattuale in un Paese sempre più volgare, esibizionista, pacchiano.
giorgio armani con la sua squadra
È difficile immaginare l'influencer, il calciatore, il tronista, il gieffino, ma anche il politico populista o l'opinionista prêt-à-penser griffati Armani. Loro, appunto, vogliono farsi notare, quindi esagerano. E l'esagerazione, emotiva, lessicale, comportamentale e, ahimè, anche vestimentaria è la vera cifra della società cafona che ogni giorno ci tracima addosso. Armani, no: lui era «meden agan».
E così anche il taglio di un tailleur o un'infinitesimale sfumatura di colore, oggi, diventano un'elegia su quello che anche grazie a Giorgio Armani siamo stati e forse non siamo più: il Paese dove qualsiasi edificio, oggetto, paesaggio, vestito, piatto sono, mediamente, più belli e più buoni che in qualsiasi altra parte del mondo.
giorgio armani con le sue modelle
tweet su giorgio armani
giorgio armani - foto claudio porcarelli
giorgio armani prepara una collezione 193
GIORGIO ARMANI - COPERTINA TIME 1982
leonardo di caprio giorgio armani
giorgio armani foto lapresse 3
giorgio armani con le sue modelle foto lapresse 7
giorgio armani foto lapresse 1
giorgio armani foto lapresse 5
giorgio armani foto lapresse 8
giorgio armani con ray liotta foto lapresse 14
giorgio armani foto lapresse 10
claudia cardinale giorgio armani foto lapresse 13
giorgio armani foto lapresse 11
giorgio armani mixer
giorgio armani - foto claudio porcarelli
giorgio armani e donatella versace nel 2003
giorgio armani 8
giorgio armani 12
gianni versace giorgio armani
giorgio armani donatella versace
giorgio armani
giorgio armani
giorgio armani
giorgio armani 9
giorgio armani 16
giorgio armani
giorgio armani 1
giorgio armani 15
giorgio armani 3
giorgio armani 2
giorgio armani 10
giorgio armani 7
giorgio armani 11
giorgio armani 13
giorgio armani 5
giorgio armani 4
giorgio armani
richard gere giorgio armani
giorgio armani
cate blanchett giorgio armani julia roberts tom cruise roberta armani
giorgio armani 1978
giorgio armani nel 1978
giorgio armani con laureen hutton per vogue 1980
richard gere con giorgio armani e lee radziwill 1988
giorgio armani con jodie foster nel 2003
giorgio armani al met gala con george clooney e julia roberts 2008
giorgio armani al lavoro nel suo primo ufficio a milano, nel 1978
giorgio armani nel giardino della sua casa di st tropez
giorgio armani con winona ryder nel 1996
la prima comunione di giorgio armani nel 1942
tweet con citazione di giorgio armani
il post instagram ufficiale della casa di moda armani sulla morte di giorgio
giorgio armani mixer
giorgio armani valentino
giorgio armani prepara una sfilata a place saint sulpice parigi 1998
giorgio armani con i modelli di emporio armani 2008
cate blanchett con giorgio armani fashion awards, londra, 2019
DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE…
DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO…
A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE…
DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È…
DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E…
DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO…