ostaggi israeliani

“HO DOVUTO SCAVARMI LA FOSSA”; “MI HANNO OPERATO SENZA ANESTESIA” – ALCUNI OSTAGGI ISRAELIANI RAPITI DA HAMAS IL 7 OTTOBRE 2023 RACCONTANO L’INCUBO VISSUTO NELLE MANI DEL GRUPPO TERRORISTICO: “CI DICEVANO CHE ISRAELE CI AVEVANO ABBANDONATI E CHE STAVANO PIANIFICANDO IL PROSSIMO 7 OTTOBRE” – POCO PRIMA DEL RILASCIO, MOLTI SONO STATI COSTRETTI A MANGIARE TROPPO PER TENTARE DI RIDURRE GLI EFFETTI DELLA MALNUTRIZIONE DEGLI ULTIMI DUE ANNI – LA RABBIA DELLE FAMIGLIE CONTRO IL GOVERNO ISRAELIANO: “L’ACCORDO È STATO FIRMATO NONOSTANTE ALCUNI ELEMENTI DELLA LEADERSHIP, NON GRAZIE A LORO. I RESPONSABILI DI QUESTA VICENDA, IN PRIMIS NETANYAHU, SI FACCIANO DA PARTE…”

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1 - “PICCHIATI, IN GABBIA E ALL’OSCURO DI TUTTO”: I RACCONTI DI DUE ANNI DI TERRORE PER GLI OSTAGGI

Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per www.repubblica.it

 

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Ariel Cunio e Avinatan Or non hanno visto nessuno per due anni: non sapevano l’entità di quello che era accaduto il 7 ottobre, né avevano idea se e come le rispettive compagne, Arbel Yehud e Noa Argamani fossero sopravvissute, dopo averle viste portare via sotto ai loro occhi.

 

Or ha perso fra il 30 e il 40 per cento del suo peso corporeo: per Cunio non c’è una percentuale, ma i medici sono preoccupati. Elkana Bohbot è stato incatenato per due anni, sempre sotto terra, nei tunnel: ha problemi di stomaco, perché nell’ultima settimana prima del rilascio è stato costretto a mangiare troppo per tentare di ridurre gli effetti della malnutrizione degli ultimi due anni.

 

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In quanto soldato – è stato portato via mentre era in servizio sul suo tank – Matan Angrest è stato picchiato più volte fino a svenire, Gali e Ziv Berman – gemelli – non hanno saputo nulla l’uno dell’altro per tutto il tempo della prigionia, David Cunio (fratello di Ariel) è stato a lungo rinchiuso in una gabbia.

 

Israele si è svegliato stamattina con i primi dettagli dei racconti dei venti ostaggi rilasciati lunedì e le loro storie, insieme al ritardo nella consegna dei corpi di coloro che sono morti in prigionia o sono stati uccisi il 7 ottobre 2023, hanno creato un’ondata di rabbia in un Paese fino a due giorni fa ubriaco di gioia.

 

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Ma anche un’ondata di indignazione, che Benjamin Netanyahu ha cercato di prevenire visitando alcuni dei liberati: ma che lo ha comunque travolto. «L’accordo che ha riportato indietro mio figlio è stato firmato nonostante alcuni elementi della leadership, non grazie a loro. Fa male sapere che erano pronti a lasciarlo indietro», ha detto Anat Angrest, la madre di Matan, parlando ai giornalisti in una conferenza stampa nell’ospedale dove il ragazzo sta recuperando.

 

[…] La richiesta di una commissione di inchiesta sui fallimenti del 7 ottobre finora non ha trovato risposta dal governo, che ha sempre citato la situazione degli ostaggi come causa del rinvio. Ma ora sembra destinata a crescere a giudicare dalle parole delle famiglie.

 

[…] I venti uomini sono usciti sulle loro gambe e, tutto preso dalla festa e dai video delle lacrime e degli abbracci, il Paese non li ha guardati negli occhi. Ieri lo ha fatto, e ne è uscito furioso.

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 Secondo le stime dei dottori, ci vorranno settimane prima che alcuni degli ex ostaggi possano uscire dagli ospedali. Impossibile fare stime sulla ripresa psicologica: in corrispondenza del secondo anniversario della strage del 7 ottobre, uno dei sopravvissuti di quei giorni, Roei Shalev, si è suicidato. Non riusciva a superare il senso di colpa di essere sopravvissuto alla fidanzata. […]

 

Molti si augurano che ora le cose cambino, visto che le ferite non solo fisiche di chi è tornato da Gaza sono state raccontate in diretta tv al Paese intero. Un monito in questo senso ieri sera è arrivato da chi, il 7 ottobre 2023, ha perso molto, moltissimo: e ancora fatica a ripartire. «Capisco l’euforia e la gioia, ma dopo due anni la gente torna da noi distrutta e non sappiamo nemmeno se si riprenderà mai da questi due anni», ha detto Dana Silberman-Sitton, sorella di Shiri Bibas e mamma dei piccoli Kfir e Ariel, uccisi nelle prime settimane dell’attacco israeliano su Gaza. […]

 

2 - ISRAELE, I RACCONTI DEGLI EX OSTAGGI: «NEL TUNNEL HO DOVUTO SCAVARMI LA FOSSA». «INCATENATO AL BUIO». «OPERATO ALLA MANO SENZA ANESTESIA»

Estratto dell’articolo di Greta Privitera per www.corriere.it

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Un articolo del quotidiano progressista Haaretz comincia con una frase che riassume alla perfezione il significato di questi giorni israeliani: «Per la prima volta in oltre due anni, nessun ostaggio ancora vivo è nelle mani di Hamas».

 

[…] I vivi sono tornati. Ora si aspettano i corpi degli ostaggi che non ce l’hanno fatta, ma qui, «per la prima volta da due anni» si respira. Gli ultimi venti prigionieri — tutti maschi, quasi tutti giovani e quasi tutti rapiti al Nova Festival — sono con le loro famiglie negli ospedali più grandi del Paese.

 

Fanno visite e controlli e passano il tempo con chi li ha aspettati per 738 giorni, perdendo voce e sonno per farsi ascoltare da un primo ministro accecato dalla guerra, che spesso sembrava dimenticarsi la priorità del suo popolo: riportare tutti a casa. E a 48 ore dal loro rilascio, questi giovani uomini iniziano a raccontare che cosa hanno vissuto sul corpo e nell’anima. […]

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ELKANA BOHBOT

Ha mal di stomaco, Elkana Bohbot. Gli fa male, spiegano i medici, perché prima di liberarlo i miliziani di Hamas lo hanno imbottito di cibo: non volevano che una volta fuori sembrasse malnutrito. Invece, mangiava solo qualche pezzo di pita il 36enne rapito al Nova Festival che ha passato quasi tutti i 738 giorni legato a una catena, sotto un tunnel, senza luce e senza aria.

 

Ha raccontato dalla sua camera d’ospedale: «Lì sotto ho perso la cognizione del tempo e dello spazio».[…] Oggi Elkana ha forti dolori alle gambe e alla schiena. L’ex prigioniero ha potuto riabbracciare la compagna e il figlio Ram, di 5 anni. […] L’ultima volta che la famiglia lo aveva visto in vita, appariva in un video pubblicato da Hamas. In lacrime, piegato a terra, implorava: «Sto soffocando. Voglio uscire. Per favore, aiutatemi. Mi manca la mia famiglia». 

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MATAN ANGREST

Gli ultimi quattro mesi, Matan Angrest li ha passati in un tunnel minuscolo e buio. Il soldato rapito da un carro armato al confine con Gaza ha raccontato di essere stato operato alla mano senza anestesia, come molti nella Striscia. […] Non aveva informazioni su quello che stava succedendo intorno a lui. I miliziani gli dicevano che «Israele li aveva abbandonati, che avrebbero conquistato il Paese, e che stavano pianificando il prossimo 7 ottobre».

 

Il ragazzo ricorda «i pesanti bombardamenti dell’esercito israeliano, gli aerei che volavano sopra le loro teste. I muri che crollavano accanto a lui, e la polvere delle macerie». Nei giorni prima del rilascio «gli hanno dato molto più cibo», ha detto la madre. Matan ha dimenticato i dettagli del suo rapimento, ma non la battaglia che lo ha preceduto e gli amici uccisi. «Ha dei flashback di un incendio. Si ricorda che si è ustionato le mani e di aver perso conoscenza».[…]

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NIMROD COHEN

Poter dire quello che hanno appena dichiarato, era il sogno dei genitori di Nimrod Cohen. Il padre: «Nimrod è rimasto Nimrod». I due anni di prigionia lo hanno reso più magro e pallido, ma «il modo di parlare di mio figlio è uguale, il suo umore è buono. Nimrod è lo stesso mio ragazzo di prima», dice Yehuda Cohen. […]

 

Lo scorso marzo, dopo la fine della seconda tregua, con il blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele, anche il cibo per i prigionieri è drasticamente diminuito. […] Il signor Cohen è felicissimo, il ritorno del figlio era la sua priorità, ma finalmente può anche dire quello che pensa, perché Nimrod è a casa: «La guerra non è finita a livello nazionale. Dobbiamo assicurarci che i responsabili di questa vicenda, in primis il primo ministro Benjamin Netanyahu, si facciano da parte». […]

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AVINATAN OR

L’ultima cosa che Avinatan Or ha visto da libero è stata la sua fidanzata che veniva portata via su una moto, schiacciata dai corpi di due miliziani. Noa Argamani allungava le braccia verso di lui mentre implorava di lasciarla andare. Fino a qualche ora prima, i due ballavano felici al Nova Festival. Poi, Avinatan è stato portato a Gaza senza sapere che fine avesse fatto Noa.

 

È uno dei pochi ex ostaggi ad aver passato due anni completamente solo, nascosto nella zona centrale della Striscia, in condizioni estremamente dure. […] Tra i venti rilasciati, Avinatan è parso il più sofferente. È riuscito a festeggiare però il ritorno a casa. Non sapeva niente di quello che stava succedendo fuori dal tunnel, la sua prigione. Non aveva idea che Noa fosse stata liberata in un blitz dell’esercito israeliano. […]

 

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EVYATAR DAVID

Evyatar David è il ragazzo che in un video pubblicato da Hamas abbiamo visto scavarsi la fossa. È quel giovane a cui si potevano contare le ossa e che, in ginocchio in un tunnel a Gaza, accettava una lattina di lenticchie dalla mano gigante di un miliziano. Evyatar, racconta la famiglia, è stato sottoposto a gravi abusi fisici e psicologici. […] Nei tunnel della Striscia ha passato momenti di terrore, tra le bombe e l’isolamento. Il 7 ottobre era stato rapito con l’amico d’infanzia, Guy Gilboa-Dalal, durante il Nova Festival, dove Hamas aveva ucciso oltre 300 persone.

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[…] Anche l’amico Guy è tra i venti appena liberati, ma quel sabato nero dell’ottobre 2023, due dei loro amici sono stati uccisi dai miliziani. La famiglia racconta che in questi mesi, gli uomini di Hamas hanno riempito la testa di Evyatar di falsità. Gli dicevano che Israele si era dimenticato di lui e che il Paese era stato raso al suolo. Ma questo è già il passato. […]

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