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“HO DATO DEL CRETINO A TRAVAGLIO PERCHE’ MI PROVOCÒ” - IN TRIBUNALE, ALESSANDRO SALLUSTI SI DIFENDE DALLE ACCUSE DI DIFFAMAZIONE PER UN ARTICOLO IN CUI DEFINÌ IL DIRETTORE DEL “FATTO” UN “CRETINO COL BOTTO” E “GAZZETTIERE AMICO DELLE PROCURE” - LA SPIEGAZIONE AL GIUDICE: “MI STAVANO ARRESTANDO E TRAVAGLIO MI VOLLE PROVOCARE E IO…”
Na.Co. per http://www.lanuovasardegna.it
«Era una vicenda tra direttori che avremmo potuto risolvere seduti al tavolo di una buona trattoria mangiando a spese nostre e senza far perdere tempo al giudice di un tribunale». Alessandro Sallusti si sottopone a esame nel processo che lo vede imputato di diffamazione in seguito a un editoriale pubblicato sul Giornale (che dirigeva) del 28 novembre 2012 nel quale aveva definito Marco Travaglio «gazzettiere amico delle Procure» e «cretino col botto».
Sallusti era stato denunciato dal collega (all’epoca vice e attualmente direttore del Fatto Quotidiano) per diffamazione. «Non credo di essere un cretino e sicuramente non permetto a Sallusti di darmi del cretino sulla prima pagina di un giornale – aveva detto Travaglio (assistito dall’avvocato Marco Costa) nell’ultima udienza a Sassari – Perché se passa la linea che sulla stampa si può dare del “cretino” senza rischiare di esser condannati allora comincio a farlo anche io...Cretini da sistemare ne avrei parecchi».
Il processo si celebra a Sassari perché la prima stampa del quotidiano con il pezzo “incriminato” era uscita dalle rotative del centro stampa di Predda Niedda. «Nonostante gli immani sforzi compiuti per finire in carcere, è molto probabile che Sallusti non ce la faccia – così scriveva Travaglio nel pezzo incriminato proprio nelle stesse ore in cui Sallusti veniva arrestato – Ce l’ha messa tutta, niente da dire: ci teneva. Pur di andare in galera, aveva persino rifiutato la nostra proposta di rettificare, scusarsi e risarcire il danno in cambio del ritiro della querela da parte del giudice diffamato (che aveva accettato)...».
Un articolo «satirico» lo aveva definito Travaglio quando era stato chiamato in causa. «Una provocazione», invece, per Sallusti che il giorno successivo era uscito con un suo editoriale nel quale parlava del collega come di un «cretino col botto». «Stavo vivendo un momento drammatico – ha spiegato Sallusti (difeso dall’avvocato Marco Milani) al giudice Valentina Nuvoli – mi stavano arrestando e Travaglio mi volle provocare. Gli ho dato del “cretino” nell’accezione di persona priva di intelligenza».
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