DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
Alexander Shprygin, il capo dell' associazione dei tifosi russi che sarà espulso dalla Francia, ha legami di lunga data con gli ambienti del potere moscovita. E come lui molti esponenti dell' estremismo calcistico e politico sono visti, come minimo, con un occhio di riguardo; quando non sono finanziati direttamente, tollerati, aiutati, usati.
Secondo alcune interpretazioni, potrebbero addirittura essere tra gli strumenti di una futura «aggressione asimmetrica e non convenzionale», magari condotta in uno dei Paesi europei dove esistono forti minoranze di russi che da anni denunciano (in parte giustamente) di essere discriminate.
Vediamo di non correre troppo e partiamo dal caso del trentottenne Shprygin che ha iniziato come capo dei tifosi della Dinamo di Mosca per poi fondare l' Associazione nazionale. Nel 2010, quando uno dello Spartak morì in uno scontro con immigrati del Caucaso, cinquemila giovinastri di tutte le squadre cittadine razziarono il centro della capitale al grido di «Sieg Heil» (il saluto nazista) e «Russia ai russi».
Poi Shprygin venne fotografato sullo stesso autobus che portava l' allora premier Vladimir Putin a deporre fiori sulla tomba del tifoso morto. Da allora ha fatto sempre più carriera e soldi, sempre in ambienti di estremo nazionalismo. In una vecchia foto compare col braccio alzato mentre tiene una bandiera di ispirazione nazista assieme a una ragazza col seno scoperto.
Ha fatto l' assistente del vice presidente della Duma Igor Lebedev (che ha appoggiato gli hooligan di Marsiglia), figlio del leader storico dell' estrema destra Vladimir Zhirinovskij. È stato proprio Shprygin a teorizzare in dichiarazioni rilasciate al giornale Kommersant il ruolo che i fanatici sportivi (calcio ma anche hockey) possono giocare: «I tifosi sono un potente strumento di forza del potere.
Lo Stato ha da tempo capito che quelle dei tifosi sono le associazioni più di massa e più patriottiche». Ed in effetti i vari gruppi politici e giovanili nati in questi anni su iniziativa del Cremlino sono infarciti di ultrà delle curve: Nashi, Camminiamo Insieme, la Giovane Guardia.
Un intrico tra organizzazioni politiche semi-ufficiali e sport. Per non parlare dei gruppi più estremi, da Pamyat degli anni Novanta al Dpni, poi messo fuori legge, agli skinhead. Uno di questi, tale Maksim Bazylev (detto Adolf) venne arrestato assieme alla sua banda nel 2009 per 27 omicidi a sfondo razziale. Sul suo conto bancario furono trovati 6 milioni di dollari. Chi glieli aveva dati? Ambienti politici? Servizi segreti? Non si è potuto andare oltre le congetture perché in carcere si suicidò subito.
La guerra in Ucraina è servita per affinare la preparazione militare di molti che sono andati, più o meno volontari, ad affiancare i nazionalisti indipendentisti. Tra questi, diversi componenti del gruppo dei Lupi della Notte, biker selvaggi con i quali ha scorrazzato in moto lo stesso Putin.
Il loro capo Aleksandr Zaldostanov, detto il Chirurgo, è stato in Crimea dopo l' annessione, ma non ha mai combattuto. Molti dei suoi, invece, hanno fatto pratica nel Donbass indipendentista. Ora tutti questi «esperti», compresi i tifosi, potranno essere usati al momento del bisogno: «Ad esempio come gruppi di combattenti pro-Cremlino in caso di nuove dimostrazioni di piazza», sostiene l' analista politico Aleksandr Baunov. E, forse, anche in missioni all' estero.
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