ayoub el khazzani

IL CASO DEL TERRORISTA PASTICCIONE FERMATO SUL TRENO AMSTERDAM-PARIGI PRIMA CHE POTESSE FARE UNA STRAGE, NON DEVE FAR ABBASSARE LA GUARDIA: CI SONO 5 MILA “FOREIGN FIGHTER” CON PASSAPORTO EUROPEO PRONTI A COLPIRE

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Guido Olimpio per “Corriere della Sera”

 

Un terrorista poco pratico delle armi, impacciato nel caricare il mitra e per questo sono riusciti a bloccarlo sul treno Amsterdam-Parigi prima che potesse compiere un massacro. A raccontarlo è uno dei soldati americani protagonisti del gesto eroico. Ayoub El Khazzani forse non era addestrato, comunque non lo era abbastanza. Ben diverso dallo spietato Jihadi John, il boia dell’Isis riapparso — secondo una ricostruzione — in un video.

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Un criminale fiero delle sue nefandezze, pronto a rifarle. Due estremisti, due personalità diverse, due volti di quella complessa schiera (almeno 5 mila elementi) formata dai «combattenti stranieri». Questo a ribadire come bisogna essere cauti nelle definizioni davanti ad un fenomeno in continuo mutamento.

 

L’inchiesta sull’attacco al convoglio Thalys prova a rimettere insieme i tasselli. Il militante ha viaggiato moltissimo. La Spagna, la Francia, la Germania, il Belgio, la Turchia e poi il punto interrogativo: è stato in Siria? I servizi spagnoli ne sono convinti, però mancano le prove. È un elemento chiave. Perché sostiene la teoria dell’estremista parte di un movimento più ampio.

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Non il lupo solitario ma il membro di un branco che lo manda a cercare le prede in Occidente dopo averlo istruito. E si è ipotizzato che lo sparatore abbia avuto contatti con una cellula dell’Isis formata da francesi, una gang guidata da un algerino che voleva prendere di mira le chiese. In alternativa potrebbe aver avuto rapporti con i jihadisti di Verviers, affiliati allo Stato Islamico e uccisi dopo un conflitto a fuoco con la polizia belga. Un nucleo diretto da un complice nascosto in Grecia, poi riuscito a scappare nel rifugio siriano. Interessante anche la reazione di El Khazzani dopo la cattura.

 

Non si è dichiarato prigioniero, ha negato il movente politico, ha sostenuto che il suo piano era quello di rapinare il treno. Stessa cosa ha fatto l’operaio che ha tagliato la testa al suo datore di lavoro a Isère e cercato di distruggere l’impianto innescando un’esplosione. La sua versione è quella di un gesto di rabbia, motivato da una vendetta personale e mascherato da agguato islamista con bandiere «taroccate» per ricordare quelle dello Stato Islamico.

 

Ayoub El Khazzani   Ayoub El Khazzani

Sono spiegazioni vaghe, manovre per evitare condanne ancora più gravi, ma anche la prova di come talvolta i protagonisti non siano delle macchine perfette, inflessibili, costruiti per la missione in territorio nemico. L’opposto di Jihadi John che rivendica fino in fondo il suo ruolo di esecutore, di carnefice degli ostaggi. L’armeggiare con il caricatore di Ayoub ricorda i problemi di uno dei fratelli Kouachi dopo aver sparato nella sede di Charlie Hebdo, non riusciva a inserirne uno nuovo. Uomini capaci di compiere un massacro, ma così maldestri da dimenticare i documenti in auto.

 

Ayoub El Khazzani Ayoub El Khazzani

Differenze che rispecchiano quelle dei militanti. La maggior parte di quelli che hanno agito in Occidente erano alla prima missione. Del resto per attaccare dei bersagli indifesi, come la pasticceria di Sydney o la redazione del giornale, non serve il mujahed venuto dal fronte della Jihad. Bastano gli apprendisti, fanno danni comunque. I guai aumenteranno quando insieme alle reclute spunteranno i veterani, quei killer che oggi sparano in Siria e in Iraq. Loro sanno come si cambia il caricatore di un kalashnikov.

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