RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
G.G. per “Libero quotidiano”
È vero, in tanti in questo anno di lockdown non hanno potuto sottrarsi alle violenze e ai soprusi del partner o della partner. Ma è anche vero che molte coppie hanno invece ritrovato una serenità altrimenti andata perduta, decidendo di non separarsi più e di continuare a camminare fianco a fianco. I dati della sezione Famiglia del tribunale di Roma elaborati dall'Associazione Diritto e Psicologia della Famiglia (Dpf), infatti, ci consegnano un quadro "rosa e fiori": nel 2020 è stata registrata una diminuzione delle separazione del 15% in meno rispetto al 2019, a fronte di un +2% delle rotture consensuali.
Nessuna voglia di divorziare nemmeno tra gli ex già legalmente separati tanto che nel 2020 i divorzi sono diminuiti del 20% con un aumento del 3% di quelli in via giudiziale, ovvero di quelli in cui le parti non sono riuscite a trovare un accordo (28% contro il 25% dell'anno precedente). Nelle separazioni consensuali aumenta dell'8% l'utilizzo della negoziazione assistita, la procedura che consente di arrivare allo scioglimento del matrimonio "in via amichevole" con una significativa riduzione dei tempi e dei costi giudiziari.
Nel 2020 ci sono stati 831 divorzi giudiziali contro i 929 dell'anno precedente. Scendono, invece, a 1.943 le separazioni consensuali, 556 in meno rispetto al 2019. In calo anche i divorzi congiunti che passano da 1955 a 1293. In crescita solo i numeri di chi si dice addio avvalendosi della negoziazione assistita: 832 divorzi e 1161 separazioni.
L'anno precedente i matrimoni finiti con una stretta di mano erano stati 825, 1092 le separazioni. Secondo l'avvocato matrimonialista Marco Meliti, che è anche presidente della Dpf, le ragioni della flessione vanno ricercate «non tanto nella riscoperta di sopiti amori, quanto piuttosto nella grave crisi economica che è scaturita dall'epidemia in corso. Di fonte ad anni di grande incertezza economica e con la paura di perdere il lavoro, molte coppie, soprattutto quelle a basso reddito, non se la sono sentita di affrontare una separazione che, oltre al costo umano ed economico, comporta un grave impoverimento per le finanze familiari, derivante dall'inevitabile duplicazione dei costi, come quelli legati alla necessità di mantenere due abitazioni.
Questo spiega perché anche quando si è ritenuta non più rinviabile la separazione, si sia cercato di farlo in accordo». Per Marta Ienzi, presidente della sezione famiglia del Tribunale di Roma, il calo è solo la conseguenza di un anno «sospeso» e che il prossimo anno i divorzi sono destinati ad aumentare.
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