DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Amazon all’attacco contro Microsoft. Il caso si scatena a quasi tre settimane dall’assegnazione alla multinazionale con sede a Redmond di un contratto da 10 miliardi di dollari da parte del Pentagono per la fornitura di servizi Cloud. Secondo un portavoce del gruppo guidato da Jeff Bezos ci sarebbero «lacune evidenti in numerosi aspetti del processo di valutazione del contratto, degli errori e dei pregiudizi inequivocabili». Alla gara aveva partecipato Amazon Web Services, il leader di un mercato - quello del cloud computing - che avrà ancora più influenza nel futuro, che già fornisce servizi analoghi alla Cia.
Il gruppo di Bezos, che possiede anche il quotidiano di area liberal-democratica Washington Post, si prepara a presentare un ricorso e accusa la Difesa americana di aver scelto anche sulla base di «influenze politiche». Il contratto da 10 anni, per la quale era favorita Amazon, vedrà tutti i settori della Difesa Usa condividere informazioni in un sistema gestito dall’intelligenza artificiale. «Amazon Web Services (Aws) ha un’esperienza unica e le qualità necessarie, per fornire all’esercito americano le tecnologie essenziali di cui ha bisogno. Noi pensiamo che è essenziale che il governo assegni i contratti in modo obiettivo e senza influenze politiche», ha spiegato il portavoce della società.
Ritorno al telefono
Il commento appare diretto al presidente Donald Trump, che il 19 luglio ha chiesto di indagare sul procedimento di assegnazione del contratto col Pentagono. «Sto ricevendo enormi rimostranze riguardo il contratto tra Pentagono e Amazon», aveva detto il capo della Casa Bianca.
Le dichiarazioni del colosso dell’e-commerce nascondono il sospetto che gli interessi di Trump nell’appalto Jedi - acronimo alla Guerre Stellari per Joint Enterprise Defense Infrastructure - potrebbero essere al centro del ricorso alla Corte Federale, a cui già si era rivolta la Oracle Corp sempre in merito al maxi-contratto con la Difesa. La Oracle, che era stata eliminata dalla gara, ha perso il ricorso e ha fatto appello contro il verdetto. Fin dall’inizio la gara di appalto per i servizio cloud era stata macchiata da preoccupazione sull’assegnazione del contratto.
Le preoccupazioni riguardavano il sospetto che Amazon avesse influenzato in modo improprio lo sviluppo dello stesso progetto per migliorare le sue possibilità di vincere. Accuse che il colosso di Bezos ha sempre respinto. Al centro dei sospetti, il ruolo di Deab Ubhi, ex dipendente Amazon alla divisione cloud, poi passato al Pentagono dove ha lavorato proprio allo sviluppo del programma Jedi, per poi tornare ad Amazon Web Services.
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