DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Era il 2016 quando Trump, a un mese dal voto, fu travolto dal “Pussy-gate”. All’epoca se c’era qualcuno che poteva trarne vantaggio era la stampa scandalistica e, in particolare, TMZ. Ciò che sorprese fu che il sito, invece di adoperare quelle informazioni per realizzare una campagna contro il tycoon, agì esattamente al contrario, cercando di correre in suo aiuto.
All’epoca l’atteggiamento fu visto come quantomeno “strano”, ma adesso un report di “Daily Beast” ha rivelato che dietro quella copertura c'era uno stretto rapporto tra il futuro presidente degli Stati uniti e Harvey Levin, capo e fondatore di TMZ.
Tutto iniziò con le accuse sessiste che travolsero Trump: la bufera nasce da un video del 2005 in cui il futuro presidente si vantava di afferrare le donne «dai genitali». Non era un'intervista rubata, nulla di clandestino: era una conversazione molto pubblica fra Trump e l'allora conduttore dello show televisivo di "Access Hollywood" (Nbc).
E mentre il mondo sparava a zero sul tycoon, TMZ costruiva storie ad hoc, per sviare l’attenzione e screditare coloro che avevano rimesso in circolo il video. Una delle prime news in soccorso di Trump fu una storia su Bill Clinton che fece "commenti sprezzanti" sulle donne mentre giocava a golf.
In un'altra storia si sosteneva che i dirigenti della NBC "avevano un piano per il rilascio del video per affondare Trump”. E c'era anche un articolo di una ex Miss Teen USA che raccontava di aver incontrato Trump, descrivendolo come una persona rispettosa.
Per i lettori di TMZ non sarebbe stata una sorpresa se avessero saputo del rapporto intimo tra Levin e Trump, che si sono telefonati durante tutta la durata della campagna. «Alla vigilia delle elezioni ci sono state molte telefonate tra Levin e Trump. Harvey era in stretto contatto con il team di Donald» ha detto un ex dirigente della TMZ che, come altri, ha parlato sotto anonimato per timore di ritorsioni da Levin.
«Harvey faceva battute sul fatto che sarebbe diventato segretario o sarebbe entrato nel governo, ma avevamo l'impressione che stesse solo scherzando» ha detto un altro ex-dipendente, che ha avuto rapporti quotidiani con Levin.
La storia, narrata dal “Daily Beast”, si muove tra i racconti di ex dipendenti di TMZ che parlano di come Levin si accanisse a trovare indizi, storie e possibili magagne nelle vite degli accusatori di Trump.
È il caso di Jessica Leeds, che ha accusato Trump di averla molestata su un aereo: «Harvey aveva una missione - ha detto un ex membro dello staff - In quel caso chiamò le compagnie aeree per chiedere che tipo di braccioli stessero usando in quel periodo, poiché la donna aveva detto di essere stata aggredita da Trump su un aereo dopo aver sollevato un bracciolo. Harvey era convinto che quando l'incidente era avvenuto, i braccioli non si sollevassero. Voleva trovare un modo per sbugiardarla».
Due giorni dopo che la star del porno Jessica Drake accusò Trump di averla aggredita sessualmente, TMZ scrisse che «aveva tirato fuori un’eccezionale trovata pubblicitaria, visto che aveva lanciato un sex shop online appena un giorno prima di accusare The Donald».
«L’aria che si respirava in redazione era che Harvey voleva screditare queste persone» ha raccontato un ex membro dello staff di TMZ. Secondo il “Daily Beast” sarebbe stato lo stesso Levin ad acquistare un video compromettente per Trump, facendolo sparire.
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