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Estratto dell’articolo di Davide Carlucci per www.repubblica.it
Anche qui adesso le chiamano le “Maldive dell’Europa”. Esattamente come a Marina di Pescoluse, nel Salento. Con una differenza: in Puglia un ombrellone e due lettini possono costare 50 euro al giorno, sulla costa albanese si trovano a ancora a 10-15 euro. Un gazebo deluxe in Italia può costare fino a 1099 euro, qui una comitiva di ragazzi foggiani è riuscita a contrattare per 60.
“Veramente volevano settanta, ma abbiamo visto il prezzo che facevano a quelli del posto e abbiamo detto ‘uè, amico…’”, racconta Gioele. La pacchia dell’Albania conveniente, però, forse sta per finire. Arben Cipa, presidente dell’associazione nazionale dei tour operator, misura il successo della destinazione con lo stesso metro dei suoi colleghi liguri o sardi: “I prezzi dei lettini, quest’anno, vanno da 10 euro fino a 500 euro al giorno”. […]
Il governo albanese conta di chiudere la stagione con oltre nove milioni di turisti, tre in più del 2022, ma è già accertato un incremento dei visitatori superiore al 33 per cento. Auron Tare è membro del consiglio Unesco per i siti archeologici e fa il tour operator per i vip:
“Con questa storia delle Maldive d’Europa, a un tiro di schioppo e senza jet leg, gli sviluppatori albanesi stanno incoraggiando la distruzione della costa albanese. Si sta andando verso un mercato di massa a basso costo, si attirano folle interessate solo a stanze e alcol a prezzi stracciati. Ma è una strategia che si è rivelata fallimentare in tutti i Paesi mediterranei”. […]
Ne è convinto anche Giuseppe, napoletano di Sant’Antonio Abate, dipendente pubblico come la moglie, che ha organizzato una bella vacanza di una settimana per quattro persone al prezzo di 2.500 euro. Prima di arrivare a Ksamil è stato a Valona.
“Ho visto palazzoni da quindici piani che si vendevano a mille euro a metro quadro. Sicuramente tra qualche anno varranno il triplo”. Anche lui è un turista in fuga dalla penisola sorrentina: “È diventata inaccessibile. Abbiamo pagato 40 euro in tutto per mangiare dell’ottima carne alla brace cucinata sui carboni. Certo, la nostra cucina è più raffinata. Ma qui non ti dissangui”.
Ogni settimana, stima Cipa, duemila italiani arrivano a Saranda, che di abitanti ne conta ventimila. Per le strade popolate di macchinoni si sente meno il suono ipnotico delle zume, gli oboe della tradizione musicale araba che accompagnano i viaggiatori nel resto dell’Albania.
A Ksamil i discopub pompano tecno, vanno a caccia di giovani. “Da noi una serata in discoteca costa cinquanta euro - racconta una ragazza marchigiana -, qui dieci, oppure è gratis. Però poi ti obbligano costantemente alla consumazione e ti allontanano dalla pista da ballo se non hai preso il drink”. Non si scherza più neanche a Ksamil: è tempo di massimizzare, la bonomia degli anziani che giocano per strada ha ceduto il passo alla sete di guadagno. […]
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