DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Ida Artiaco per “Fanpage”
Una settimana di consegna, cioè divieto di libera uscita, per una condotta "lesiva del prestigio dell'Arma". È questa la sanzione disciplinare ricevuta da un carabiniere in servizio a Padova che di notte faceva lo spogliarellista in alcuni locali del Veneto, riscuotendo per altro un certo successo di pubblico.
Proprio per queste esibizioni non autorizzate ha ricevuto la sanzione, ribadita dal Tar del Veneto, che ha preso in esame il ricorso dell'uomo, però respingendolo. Nella giornata di ieri, venerdì 15 febbraio, il Tribunale amministrativo regionale ha infatti sentenziato che la condotta del militare è stata "idonea a ledere il prestigio dell'Istituzione". L'identità del protagonista di questa vicenda per il momento resta segreta, ma il successo conquistato nei locali della zona, oltre alla pubblicità che lui stesso faceva alle sue serate su Facebook, gli è stata fatale e denunciarlo con un esposto ai carabinieri è stato semplicissimo.
Nel mirino dei militari ci sarebbe nello specifico una serata che il carabiniere avrebbe animato con un suo spettacolo di striptease nel 2015 nella zona di Vicenza. Nel corso dell'istruttoria l'uomo non aveva negato quell'episodio, ma aveva spiegato per difendersi che si trattava sempre di feste organizzate da amici e senza scopo di lucro.
"Purtroppo – ha dichiarato – ho partecipato senza pensare che ciò potesse recare pregiudizio all'immagine dell'Arma e al lavoro che svolgo". Una difesa ripetuta anche nell'impugnazione del provvedimento davanti al Tar, dove il militare ha sostenuto di aver "soltanto partecipato ad un party privato, senza porre in essere comportamenti illeciti, né danneggiare e ostacolare il perseguimento dei fini istituzionali".
Nonostante ciò, ha perso il ricorso e la sanzione è stata confermata. "Gli atti – hanno scritto i giudici – evidenziano il luogo e il contesto in cui si è verificato lo specifico episodio contestato, ovvero un pubblico esercizio alla presenza di più persone, alcune delle quali erano a conoscenza che il ricorrente era un carabiniere. Tali circostanze sono sufficienti a rivelare il disvalore, sotto il profilo disciplinare, della condotta".
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