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ARRENDETEVI, IL REFUSO È INEVITABILE! - IL LIBRO IRONICO DI STEFANO BARTEZZAGHI ("BOZZE NON CORRETTE") IN LODE DEGLI ERRORI GRAMMATICALI, SINTATTICI O DI BATTITURA - EVITARLI DEL TUTTO È IMPOSSIBILE E ALLORA TANTO VALE GIOCARCI: "L'OCCHIO DELL'AUTORE DI UN LIBRO CADRÀ INESORABILMENTE SU UN ERRORE SFUGGITO ALLE REVISIONI PIÙ SCRUPOLOSE" - "NELLO SBAGLIO, IL COLPEVOLE COINCIDE CON LA VITTIMA, ED È L'UMANO; IL MANDANTE COINCIDE CON L'ALIBI, ED È IL DIABOLICO...."

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Estratto dell'articolo di Stefano Bartezzaghi per "la Repubblica"

 

BOZZE NON CORRETTE - STEFANO BARTEZZAGHI

Io e il mio corruttore di bozze andiamo ben d'accordo. Lui, che alla fine è un buono, ha trovato il diavolo giusto a cui vendere l'anima: un diavoletto non proprio innocuo — ha in carriera svariate catastrofi — ma le cui malefatte non mancano di risvolti arguti e persino poetici.

 

È stato assieme allo scrittore, sceneggiatore e specialista di libri-game Pier Mauro Tamburini che ho incontrato il corruttore. Di comune accordo lo abbiamo promosso a voce narrante di Bozze non corrette (Mondadori), il romanzo giallo-gioco che Pier Mauro e io abbiamo deciso di scrivere assieme. 

 

Chi è il corruttore, ovvero la Voce? Di mestiere è editor e anche correttore (con la E) di bozze per libri di ogni genere, epoca e valore. Un uomo di prim'ordine, di un livello culturale superiore a quello di quasi tutti i libri su cui gli tocca lavorare. Non un maschio alfa. A diventare corruttore (con la U) di bozze lo ha indotto il suo amico Niccolò Errante, uno dei maggiori scrittori italiani di fine Novecento, quando gli ha insegnato un gioco:

 

stefano bartezzaghi

io scrivo un testo che contiene errori, tu li correggi e dagli errori ricostruisci un messaggio che ti sto mandando, per dirti che il tale scrittore è un deficiente, la tale giornalista un'ignorante, il tale evento una pagliacciata. Il risentimento può infatti essere una molla di creatività. Ma può anche portare a esiti contrari: tanto che Errante fa il gesto estremo. Getta sé dalla finestra e il suo amico Voce narrante nello sconforto. 

 

Ma sarà poi stato davvero un suicidio? La Voce dubita, indaga, mette in fila indizi con quello stesso sistema degli errori volontari che aveva appreso dal maestro Errante. Così se volete sapere come sia andata quella faccenda dovete trovare i mille errori contenuti nel libro e in ogni capitolo selezionare l'unico errore utile per comporre il messaggio nascosto. 

 

RENZI REFUSO

Facile chiamarli refusi! Nella nobile denominazione tipografica oramai confondiamo ogni esemplare di una articolata tipologia. Quelli del corruttore possono essere errori di ortografia (pultroppo), lessicali (la ducesca battigia), grammaticali (io ho stato), narrativi (il personaggio biondo del capitolo due che è bruno al capitolo undici), di fatto (la Tour Eiffel a Berlino). Non errori di sintassi o di punteggiatura, troppo opinabili. 

 

Chiunque abbia avuto esperienza di pubblicazione editoriale sa a sue spese che il tripudio orgoglioso con cui si accoglie la prima copia del libro, la materializzazione del proprio progetto in un parallelepipedo ben rilegato e copertinato, è una delle gioie più effimere e vincolate alla dimensione puntuale dell'attimo che si possano provare. 

AL CASINO' DI VENEZIA SI DISINFETTANO LE FICHE UNA A UNA - IL REFUSO DEL GAZZETTINO

 

Non appena il libro verrà aperto, in una pagina a caso, l'occhio dell'autore cadrà inesorabilmente su un errore sfuggito alle revisioni credute più scrupolose.  È una legge universale. Nel mio primo libro, la pagina a cui aprii la copia staffetta con l'emozione dell'esordiente trentenne conteneva un errore in una citazione di Alberto Savinio, citazione che parlava degli errori di stampa. È da allora che intendo vendicarmi. In Pier Mauro Tamburini ho trovato il complice perfetto, animato dallo stesso desiderio. 

 

La leggenda dice che l'editore Vanni Scheiwiller un giorno volle pubblicare un libro certamente privo di errori. Raddoppiò e triplicò i controlli, mise cento e mille occhi sul testo e quando ebbe la ragionevole certezza di aver raggiunto l'obiettivo desiderato appose sulla pagina del finito di stampare una fiera dicitura: «Questo libro non contiene alcun errore di stumpa» (con la U). Non era soltanto un gioco di parole: era anche un modo per non suscitare il malocchio degli dèi, con la pretesa prometeica di sfidare l'ordine cosmico e il ruolo che l'essere umano vi gioca. 

 

articolo di repubblica sul refuso del secolo d'italia

Destino e forse disgrazia dell'essere umano, per Roger Caillois, è il mettere un po' di gioco nell'immenso ingranaggio. L'errore è una faccia del gioco, pretendere di non averne commessi è come mettersi fuori gioco, volersi fare ingranaggio anziché spazio di manovra. 

 

E se errare è umano, voler correggere lo è ancora di più. Nel 1946 Alberto Mondadori scriveva un telegramma a Giuseppe Ungaretti, per chiedergli di fidarsi dei correttori interni e saltare un giro di bozze in modo da non ritardare ulteriormente l'uscita della raccolta Il dolore. Risposta di Ungaretti: "STABENE MA GUAI ERRORI ABBRACCI UNGARETTI". Stabene era scritto come una parola sola, come oggi si fa con affianco e vabbuo'. Errore o risparmio sulle tariffe postali? 

 

REFUSO TG2 POST - CONDUCE GIORGIA MELONI

Con gli errori dobbiamo fare conto (nel nostro caso conto anche nel senso di racconto) che non parlano soltanto della nostra ignoranza e della nostra distrazione.  L'informatica ci ha insegnato il concetto di "Errore di sistema". Ecco, siamo parte di un sistema più grande di noi, facciamo quanto possiamo. 

 

Un altro cultore dell'errore, un collega che sicuramente il povero Niccolò Errante avrà stimato, era Giorgio Manganelli. Ha dedicato un capitolo del suo Pinocchio: un libro parallelo a un errore trovato in un'edizione del capolavoro di Collodi. Dove il testo dice «Era una nottataccia d'inverno», in una copia in possesso di Manganelli si legge

 

«Era una nottataccia d'inferno». Un errore. Ma "inferno" era davvero sbagliato per un capitolo in cui è questione di fuoco e contrappasso, poiché Pinocchio si incendia i piedi? Errore sì, quindi: ma sapiente. Offre a Manganelli l'occasione per stendere in tre pagine un manifesto della letteratura per errore: «Che è mai un libro, un testo, un autore?». Termina così: «Infine, le parole non conoscono errore. Se una parola "sbaglia" l'universo si adegua immediatamente». 

 

La Stampa, refuso sconcertante

A proposito di inferno, dicevo che il mio corruttore di bozze si deve essere venduto l'anima al diavolo giusto. Questo tizzoncello dell'inferno si chiama Titivillus, ed è noto sin dal Medioevo. Dovendo ogni sera fornire a Satanasso un sacco pieno di errori, induceva gli amanuensi a trascrivere infedelmente. I bravi monaci seppero presto come fare: anziché maledirlo si appellavano al demonietto per scusarsi dei numerosi strafalcioni con i loro severi revisori. Non è colpa mia, è stato Titivillus! 

 

Nell'errore, il colpevole coincide con la vittima, ed è l'umano; il mandante coincide con l'alibi, ed è il diabolico. Tanto vale giocare a risolvere il giallo. 

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