DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Antonio Sanfrancesco per http://www.famigliacristiana.it
Se l’Europa delle cancellerie, ai piani alti, si rimpalla i migranti come pacchi postali in un balletto di vertici e controvertici spesso inconcludenti, ecco che dal basso si cerca di fare qualcosa di concreto per dare ospitalità a queste persone. Come? Mettendo a disposizione la propria casa per accogliere richiedenti asilo e rifugiati. Il costo dell’affitto della stanza, al posto di essere caricato sulle spalle di una persona che magari non ha più nulla, è delegato ad una raccolta fondi dal basso.
Si chiama Refugees Welcome, l’idea è venuta a un gruppo di giovani di Berlino nel novembre 2014 e ora è arrivato anche in Italia. Germana Lavagna, giornalista e fotografa free-lance che si occupa degli immigrati di seconda generazione, è una delle fondatrici insieme a Matteo Bassoli: «Questo progetto», spiega, «mi ha molto incuriosito dopo aver intervistato Golde Ebding, una delle giovani fondatrici tedesche del progetto. Mi sono detta: perché non portarlo anche in Italia?».
Grazie al lavoro volontario e autofinanziato di persone altamente qualificate (oggi, da Nord a Sud, lavorano al progetto 40 volontari più altrettanti collaboratori), Refugees Welcome mette in rete professionalità e territori, collaborando con istituzioni pubbliche e associazioni competenti sui temi dell’accoglienza. La finalità principale, spiega Lavagna, «è quella di contribuire a creare un nuovo modello di inclusione che permetta ai richiedenti asilo e ai rifugiati di inserirsi positivamente e in modo attivo, il prima possibile, nella società italiana».
Refugees Welcome non è un progetto estemporaneo, né vuole sostituirsi alle istituzioni politiche. «Si tratta di un impegno dal basso per aiutare queste persone», aggiunge Lavagna. È un progetto per uscire dalla logica emergenziale con cui viene trattato il fenomeno dell’immigrazione che è invece sempre più strutturale come mostrano i numeri. Nel 2014 i 28 paesi dell’Unione Europea hanno registrato 570.800 domande d’asilo, il 44% in più rispetto al 2013. In Italia gli arrivi sono stati più di 170.000, ma le persone che hanno fatto domanda d’asilo sono poco più di 63.000.
ECCO COME FUNZIONA
GERMANA LAVAGNA - REFUGEES WELCOME
In concreto, il progetto funziona in questo modo. Basta collegarsi al sito www.refugees-welcome.it attivo da oggi, registrarsi e offrire una stanza libera nella propria casa per un periodo che va da tre a sei mesi. La permanenza minima di tre mesi è stata fissata affinché le persone prendano responsabilmente a cuore questa esperienza: in Germania ad esempio, in molti decidono di proseguire la convivenza anche dopo i tre mesi iniziali. La piattaforma attiverà inoltre micro campagne di crowdfunding per aiutare a sostenere economicamente le nuove convivenze.
Una volta ricevuta una sottoscrizione lo staff di Refugees Welcome contatta direttamente le persone che hanno offerto ospitalità per conoscerle meglio e sapere chi sono, dove vivono, cosa offrono, come intendono gestire i costi di vitto e alloggio del nuovo ospite e soprattutto cosa si aspettano da questa esperienza.
austriaci accolgono rifugiati 4
«Per far questo», precisa la fondatrice, «sono necessarie competenze, ma soprattutto persone che abbiano competenze specifiche come mediatori culturali, volontari che conoscano queste tematiche nello specifico. In generale, gli attivisti sono i facilitatori della creazione e della gestione dei rapporti con le istituzioni, i tutor sono le persone che seguono il processo di selezione delle persone ospitanti, l’inserimento in casa e la sensibilizzazione delle comunità».
Nel caso, ad esempio, dei richiedenti asilo e dei rifugiati l’associazione si metterà in contatto con la struttura dove le persone sono accolte». Attualmente, dopo la Germania che ha fatto da apripista, il progetto è attivo in Italia, Grecia, Svezia, Austria, Spagna, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi.
l arrivo dei rifugiati in europa 1rifugiati iracheni
Alla conferenza stampa di presentazione, lunedì mattina presso la sede della Stampa Estera di Milano, c’era anche Maria Cristina Visioli che è un po’ un’antesignana (inconsapevole) del progetto. Nel novembre 2013 ha aperto la sua casa attraverso un progetto del Comune di Bologna. Da luglio di quest'anno ha offerto una stanza a Mohamadou (anche lui presente alla conferenza stampa) e Djime, che hanno rispettivamente una protezione umanitaria ed una sussidiaria.
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