ORCHI IN TONACA - ARRIVA LA TASK FORCE ANTI-PEDOFILIA VOLUTA DAL PAPA: ANCHE LAICI NELLA COMMISSIONE - PER I PRETI SARÀ NECESSARIA L’ATTESTAZIONE DI IDONEITÀ AL MINISTERO E VALUTAZIONE PSICHIATRICA

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Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Mai più insabbiamenti. Il giro di vite contro i preti pedofili l'aveva anticipato Francesco all'ultimo concistoro. Ieri lo ha ufficializzato il cardinale Sean O'Malley (fautore negli Usa della «tolleranza zero») e le associazioni anti-abusi elogiano la «svolta storica». Il Papa affronta con decisione la questione della difesa dei minori e della lotta alla pedofilia nel clero.

Dalla selezione nei seminari alla piena collaborazione con i magistrati, nulla sarà più come prima. Su proposta del consiglio dei cardinali che lo assistono nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia, Bergoglio istituisce una commissione che dovrà «riferire circa i programmi per la protezione dell'infanzia, formulare suggerimenti per nuove iniziative da parte della Curia in collaborazione con vescovi, conferenze episcopali, superiori religiosi».

La task force ha anche il compito di «proporre persone adatte: laici, religiosi, religiose, sacerdoti con competenza nella sicurezza dei fanciulli, nei rapporti con le vittime, nella salute mentale, nell'applicazione delle leggi».

La composizione e le competenze della commissione saranno precisate da un documento papale. Fra le responsabilità: le linee guida per la protezione dei bambini, lo sviluppo e l'estensione di norme, procedure e strategie per la prevenzione di abusi , programmi di formazione per catechisti, seminaristi e sacerdoti.

E ancora: protocolli per la sicurezza dell'ambiente, codici di condotta professionale, attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening e controllo della fedina penale, valutazione psichiatrica. Via libera alla «cooperazione con le autorità civili, segnalazione dei reati, attenzione alle leggi civili, comunicazioni sul clero dichiarato colpevole».

La task force monitorerà il supporto delle vittime e dei familiari, l'assistenza spirituale, i servizi di salute mentale, la collaborazione con esperti di prevenzione degli abusi, la cooperazione con vescovi e superiori religiosi, l'ottimizzazione della procedura, l'attuazione di leggi e linee guida, il rapporto con fedeli e media, gli incontri con le vittime, il recupero dei preti colpevoli.

In sinergia con l'ex Sant'Uffizio che persegue gli abusi (600 denunce all'anno). Per don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione anti-pedofilia Meter, si tratta di «un cammino di rivoluzione nella Chiesa: è il modo per non permettere più che un bambino venga abusato da chi è nella Chiesa come vescovo, sacerdote, catechista, religioso. Lo chiedevamo da vent'anni».

Save the Children concorda: «E' di enorme importanza la creazione di un sistema di prevenzione. Linee guida chiare, codici di condotta, selezione e formazione, referenti cui segnalare sospetti e violazioni. Oggi un adolescente su due percepisce il rischio di subire abusi». Telefono Azzurro plaude: «Bergoglio segna un'assoluta discontinuità con il passato e riconosce precedenti errori della Chiesa».

 

 

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