valanga rigopiano

"ARRIVIAMO ALL'ALBERGO, COSI' FACCIAMO PURE IL BAGNO" - RIGOPIANO CHOC, LE INTERCETTAZIONI NELLA NOTTE DELLA TRAGEDIA RIVELANO IL CAOS ORGANIZZATIVO E ISTITUZIONALE TRA MACABRA IRONIA, BUGIE E CLIENTELISMO ELETTORALE - HANNO SOTTOVALUTATO L'ALLARME E FAVORITO GLI AMICI NEI SOCCORSI

Grazia Longo per “la Stampa”

 

valanga al rigopiano

Hanno sottovalutato l' allarme, gestito male l' emergenza, raccontato bugie per coprire gli errori, favorito gli amici nei soccorsi. Il tutto condito da clientelismo elettorale, battute e risate all' insegna della macabra ironia.

 

Ecco la cronaca del disastro annunciato dell' hotel di Rigopiano - 29 morti e 11 sopravvissuti - tratteggiata nelle 1.200 pagine degli atti giudiziari depositati dalla Procura di Pescara. Le intercettazioni di alcuni dei 23 indagati (tra sindaci, funzionari, dirigenti provinciali e regionali) svelano il caos organizzativo e istituzionale del 18 gennaio scorso a Farindola, in provincia di Pescara, ma anche del buco nero durante le nevicate e le slavine in Abruzzo, dal 6 al 20 gennaio.

 

A partire dalle parole pronunciate al telefono dal dipendente dell' Anas, Carmine Ricca, alle 15.35 del 18 gennaio 2017, poco più di un' ora prima che una valanga travolgesse l' hotel: «E insomma, mica deve arrivare a Rigopiano? Perché se dobbiamo liberare la Spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno».

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Dalle informative della Squadra mobile, dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico e di quelli della Forestale emergono carenza di metodo e cinismo. La situazione è talmente grave da richiedere l' intervento dell' esercito ma l' ex prefetto Francesco Provolo non lo ritiene necessario. E in proposito c' è pure lo scaricabarile tra Provolo e il direttore del settore Viabilità e responsabile della protezione civile Paolo D' Incecco. Quest' ultimo vorrebbe i militari e gli elicotteri ma la consigliera provinciale Silvina Sarra gli comunica «una certa nonchalance del Prefetto: ha detto di no». D' Incecco ribatte lapidario: «Se ne assume la responsabilità».

 

C' è poi il tentativo di coprire le inadempienze con una ricostruzione documentale che all' apparenza risulti a norma. In un' intercettazione del 20 gennaio, alle ore 7.53, come si legge nell' informativa della Squadra mobile «Paolo D' Incecco parla con il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D' Alfonso, il quale fa presente all' ingegnere della Provincia di Pescara la necessità di "gestire la situazione documentale nel rispetto della legge"».

IL SALVATAGGIO DI UNA DONNA A RIGOPIANO

 

All' ex prefetto Provolo, i carabinieri della Forestale imputano invece «evidenti contraddizioni nella ricostruzioni dei fatti» a posteriori. In una riunione del 24 gennaio, sei giorni dopo la valanga, «iniziava la riunione elencando tutte le operazioni effettuate dalla Prefettura di Pescara già dal 16: ovvero l' apertura della sala operativa, l' insediamento del centro di coordinamento dei soccorsi e la convocazione del comitato operativo viabilità», ma annotano i militari che quella ricostruzione è una «circostanza smentita nelle evidenze investigative». A smentire Provolo c' è anche il vice questore della polizia di Stato, Silvia Conti, sorella dell' ex generale della Forestale Guido Conti che si è tolto la vita lo scorso 17 novembre oppresso dai sensi di colpa. La donna ha confermato che la sala operativa e la Funzione 6 «è stata attivata in data 18 gennaio 2017 alle ore 14 e non il 16 gennaio come indicato nella nota del vice-prefetto dott.

Bianco e nella nota del 17 gennaio del prefetto Provolo».

RIGOPIANO 1

 

Fanno male anche le affermazioni, alle 16.10 del 18 gennaio, riferite dal consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri a Claudio Ruffini, a quell' epoca segretario del presidente della Regione, Luciano D' Alfonso: «La gente sta morendo e voi non vi rendete conto». Ruffini e D' Alfonso non sono indagati per Rigopiano, ma solo citati in queste conversazioni raccolte nell' ambito di un' altra inchiesta sugli appalti della Regione.

Il dramma di quei momenti è contenuto anche in un sms che Giuseppina Manente, della Provincia di Teramo, invia alle 21.45 sempre del 18 gennaio allo stesso Ruffini: «Qui conteremo i morti X carenza di soccorsi, forse non vi state rendendo conto».

 

E nell' informativa del Noe si allude alla distribuzione delle turbine spazzaneve per inseguire fini elettorali. « Non appare necessario - si legge - alcun commento, purtroppo, alla infedele refertazione fatta da Ruffini a D' Alfonso con riferimento alle operazioni di soccorso necessarie ad Ortolano ed al "dirottamento" di una turbina necessaria a soddisfare la richiesta del consigliere regionale Monticelli». L' informativa del Noe evidenzia anche come Ruffini «non abbia né risposto né richiamato il sindaco di Farindola quando questi aveva tentato di contattarlo, ben prima del verificarsi della terribile nota slavina».

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