DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Fabio Amendolara per “La Verità”
«La scena dell' evento», come la chiamano gli esperti che per tutta la giornata di ieri hanno cercato tracce utili alle indagini, è il campo rom di via Guerra ad Asti, che a ottobre doveva essere sgomberato per ragioni sanitarie. Lì, H. S., 13 anni, è morto mentre festeggiava l' arrivo del nuovo anno, pare, insieme con alcuni dei suoi 14 fratelli (i carabinieri hanno escluso che con il ragazzino ci fossero i genitori).
Nonostante il lockdown e il coprifuoco sembra che i rom del campo di via Guerra non abbiano voluto rinunciare alla tradizione di salutare l' anno nuovo sparando botti e fuochi d' artificio. Dopo la raffica di petardi, quando il fumo si è diradato, H. era a terra già con un principio di arresto cardiaco.
Il ragazzino è stato soccorso dai familiari che, vista la gravità delle lesioni, lo hanno portato di corsa in ospedale. Al Pronto soccorso i sanitari hanno cercato di rianimarlo, ma 37 minuti dopo la mezzanotte è stato accertato il decesso. Le condizioni sono apparse subito molto gravi e le manovre praticate dai soccorritori per tentare di salvargli la vita alla fine sono risultate inutili.
Al momento dell' ispezione cadaverica si era ipotizzato anche che si trattasse di ferita d' arma da fuoco. Un colpo vagante sparato da una pistola di grosso calibro partito da una certa distanza.
Poi le lesioni, gravi, all' addome sono risultate compatibili con l' esplosione del petardo. La Procura, avvisata in tempo reale dai carabinieri e dal posto di polizia dell' ospedale, ha comunque disposto un' autopsia per accertare con precisione le cause della morte.
Quando i sanitari hanno dato la brutta notizia ai familiari, questi hanno perso la testa e hanno cominciato a danneggiare alcune strutture all' interno del Pronto soccorso, tra cui una porta scorrevole.
Poi sono usciti all' esterno e la devastazione è continuata nel parcheggio, dove è stato spostato un pesante blocco di cemento piazzato lì per impedire il parcheggio delle auto. Sono state danneggiate anche le tende allestite dall' esercito per il triage anti Covid. All' arrivo dei carabinieri per i primi accertamenti, i parenti del minore li hanno aggrediti. Poco dopo sono arrivate sul posto anche alcune pattuglie della Sezione Volanti della polizia di Stato. Ai parenti è stato vietato l' ingresso all' obitorio dell' ospedale.
Avrebbero voluto vedere il corpo senza vita del ragazzino, ma la salma verrà riconsegnata alla famiglia per permettere funerali e sepoltura solo dopo gli accertamenti dell' anatomopatologo incaricato dal magistrato che era di turno l' altra notte di eseguire l' esame autoptico. Che sarà utile anche per ricostruire con precisione la dinamica dell' incidente.
Dalle prime dichiarazioni raccolte, pare che pochi istanti dopo la mezzanotte, il tredicenne, mentre attorno a lui stavano sparando altri botti, si fosse piegato per raccogliere un petardo che sembrava non stesse per esplodere. E che invece è scoppiato all' improvviso. Al momento della detonazione, pezzi di cartone incandescente hanno colpito H. R. all' addome, provocandogli bruciature e lesioni definite «importanti» da chi ha potuto vederle. I presenti sono stati subito sentiti dagli investigatori, che hanno raccolto una prima versione dei fatti e informato la Procura.
Ulteriori accertamenti sono previsti nel campo rom, per non lasciare zone d' ombra. E alcuni dei testimoni, che nell' immediatezza erano in stato di choc, probabilmente verranno anche riconvocati come persone informate sui fatti. La questione ha subito diviso la comunità politica di Asti. Il sindaco, Maurizio Rasero, che guida una giunta di centrodestra, ieri mattina ha fatto visita alla famiglia nel campo rom per porgere le proprie condoglianze. I pentastellati all' opposizione hanno subito etichettato l' atto come «vile e strumentale». «Sono andato senza telecamere né giornalisti», ha sottolineato il sindaco, «spinto da un gesto umano, prima che istituzionale».
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