parking camporella

ATTENTA AL CAMBIO! – VIAGGIO NEL NEONATO “PARKING CAMPORELLA”, IL PARCHEGGIO ROMANO DELL’AMORE APERTO 24 ORE SU 24, DOVE CI SI PUÒ INFRATTARE SENZA TEMERE L’EFFETTO SERIAL KILLER ALLA “ZODIAC” – MA DI MOVIMENTO CE N’È POCO E I 55 BOX AUTO RIMANGONO VUOTI – VIDEO

 

 

Estratto dell'articolo di Paolo di Paolo per “la Repubblica – Roma”

 

PARKING CAMPORELLA

Il maestro del "new journalism" Gay Talese troverebbe pane per i suoi denti. Uno che in "Motel Voyeur" ha raccontato l' epopea guardona del proprietario di un albergo a ore, saprebbe come raccontare il neonato "Parking Camporella".

 

Parcheggio dell' amore, aperto 24 ore su 24 con sorveglianza, zona Settecamini.

 

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Poco movimento, a dire il vero - e sarà sempre perché fa un gran caldo e non è calato il crepuscolo. Faccio comunque il vago, giro più o meno al largo: vorrei evitare di passare per quello che sbircia dove non deve.

 

Cosa peraltro non semplice, in assoluto: la riservatezza dei clienti è garantita da reti di plastica, fratte, come si dice a Roma, o volendo siepi, e da cancelletti automatici che chiudono i 55 box auto, per evitare l' effetto serial killer alla "Zodiac".

 

Volete un' impressione a colpo d' occhio? Almeno a una certa distanza, rassicurante. Tutto piuttosto curato, al punto da creare qualche contrasto con gli immediati dintorni. Il video di lancio, su Facebook, ha avuto quasi duecentomila visualizzazioni: nei commenti, c' è chi evoca - amarcord erotico da utilitaria - i fogli di giornale sui finestrini e soprattutto chi la butta sul goliardico.

 

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Imbarazzo? Dalla scena madre di "La classe operaia va in paradiso" - con Gianmaria Volonté/operaio Lulù che porta l' amante, Adalgisa, a fare l' amore in macchina - pare passato un secolo: «Attenta al cambio! Devi solo stare attenta al cambio!».

 

Ma d' altra parte l' illuminato imprenditore avrà fatto i suoi calcoli, le sue, come si dice, indagini di mercato. L' ingresso è sicuramente a portata di tasche studentesche: quattro euro la prima ora, due per ogni mezzora successiva. Astenersi maratoneti.

 

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VERDONE GERINI VIAGGI DI NOZZE

Quello che ha due o tre vite parallele. Quello che vive a casa coi genitori ma non conosce parcheggi sufficientemente appartati. Quello che paga, oltre all' ingresso al Parking Camporella, anche la compagnia sui sedili.

 

Quello avvezzo al "Carma Sutra", come è stato ribattezzato l' inventario di posizioni, spesso atletiche, tra volante e freno a mano. Quello sicuramente poco convinto riguardo alla massima di Michele Zarrillo: «L' amore in macchina no, non c' è magia» ("Una rosa blu").

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La magia, almeno se c' è di mezzo uno scrittore, può rientrare dal finestrino - basta quel filo aperto a far passare l' aria. Memorabile la pagina di un altro grande americano, John Updike che, nel romanzo Villaggi, fa sperimentare al giovane protagonista Owen il sesso nell' abitacolo con la sua fresca fidanzata.

 

Ed è la prima volta, e lui non sa slacciarle il reggiseno. I vetri si appannano, e quando finalmente riesce a sfiorarle un seno le sembra delicato «come una lacrima che si gonfia nell' occhio». Al polo opposto del verdoniano Viaggi di nozze, dove Ivano e Jessica, nel macchinone scoperto, azzardano l' amplesso in movimento: dopo Roncobilaccio in mezzo alla nebbia, dopo il traghetto per Ponza, lo "fanno strano" fra casello e casello a 220 all' ora.

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«Vado? Vai!». Il parcheggio è inutile. Resto ancora un po' in attesa. Calma piatta. Sento solo fracasso di cicale e auto che sfrecciano via. Parcheggiato fuori dal parcheggio, sembro una specie di paradosso incarnato.

 

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La mia veglia di questa (non ancora) notte di mezza estate è una specie di drive-in sul niente. O sulla possibilità incompiuta. (...)

 

Ma dal video promozionale, con Umberto Tozzi in sottofondo, colgo l' avvertimento di un cartello: "Per l' apertura portarsi leggermente indietro facendo lampeggiare la luce posizionata sul palo. Per l' uscita attendere che si spenga la luce posizionata sul palo». No, tutto molto logistico, tutto molto tecnico, niente doppi sensi. Tirate il freno.