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TIENI A MENTE TIENANMEN – UN ATTIVISTA RICORDA IL MASSACRO DI PIAZZA TIENANMEN SUI SOCIAL E DOPO MEZZ’ORA LA POLIZIA FA IRRUZIONE IN CASA E LO ARRESTA – IL SUO DESTINO È SIMILE A CENTINAIA DI PERSONE CHE MENTRE SI AVVICINA L’ANNIVERSARIO SPARISCONO NEL NULLA – IL REGIME FA FINTA DI NIENTE, ANZI: OGGI IL PORTAVOCE DEL MINISTERO DELLA DIFESA CINESE HA DETTO CHE IL 4 GIUGNO DEL 1989 NON CI FU “REPRESSIONE” MA…
il post di deng chuanbing su piazza tienanmen
1 – TIENANMEN: PECHINO, NON FU REPRESSIONE
(ANSA) - "Non sono d'accordo per l'uso della parola 'repressione'. Penso che in questi ultimi 30 anni, lo stabile processo di riforme e di sviluppo, e i risultati che sono stati raggiunti siano la risposta a questa domanda". Così il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian ha risposto, nella conferenza stampa mensile, a chi gli chiedeva se l'Esercito di liberazione popolare avesse in programma di commemorare la "repressione" del 4 giugno 1989, la normalizzazione nel sangue della protesta pro-democrazia degli studenti di piazza Tiananmen.
2 – RICORDA IL MASSACRO DI TIENANMEN SU TWITTER: ARRESTATO DOPO MEZZ’ORA
Leone Grotti per www.tempi.it
Il 16 maggio Deng Chuanbing ha pubblicato su Twitter la foto di una bottiglia di vino alle 3.30 di notte. Sull’etichetta c’era scritto: «Ricordare il 4 giugno 1989». Il riferimento al massacro di Piazza Tienanmen non è sfuggito all’impressionante apparato repressivo del regime cinese, che non dorme mai e che dopo appena mezz’ora dalla pubblicazione ha inviato una pattuglia di polizia a casa di Deng (Yibin, provincia dello Sichuan) per arrestarlo. Due anni fa quattro cinesi della stessa provincia sono stati arrestati e incarcerati per tre anni senza processo per aver tentato di vendere bottiglie di liquore commemorative del massacro.
La polizia ha fatto irruzione in casa di Deng alle 4 di notte. L’uomo ha svegliato i suoi due figli piccoli, dicendo loro che doveva assentarsi per qualche giorno. Ha potuto dire solo questo, accerchiato dalla polizia. Alle 10 della mattina seguente ha telefonato per neanche un minuto alla moglie, dicendole che si sarebbe assentato da casa «per un po’ di tempo». Il mandato di arresto per «aver causato problemi» è stato fatto firmare dalla polizia ai genitori di Deng, senza neanche lasciare una copia. Il destino di Deng, al pari di quello di centinaia di attivisti che vengono arrestati dal regime nei giorni precedenti l’anniversario di Tienanmen, è sconosciuto.
A 30 anni da quel fatidico 4 giugno, 1989, il partito comunista continua a negare il massacro, dove sono morti, a seconda delle stime, tra i 300 e i 10 mila cinesi. Ancora oggi il partito comunista impedisce al suo popolo di conoscere la verità, censura internet e i libri di storia, arresta gli attivisti che chiedono al governo di riconoscere le sue colpe e vieta alle famiglie di commemorare e piangere le vittime. Nonostante tutti gli sforzi, però, l’esecutivo guidato da Xi Jinping non può impedire ai comuni cittadini come Deng di desiderare la verità.
piazza tienanmen 1989
massacro piazza tienanmen 3
piazza tienanmen
massacro piazza tienanmen 2
massacro piazza tienanmen 1
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