
LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA…
AZZO…LINA QUANTE MINCHIATE! – IL RIENTRO A SCUOLA È GIÀ UN DISASTRO: I BANCHI MONOPOSTO NON CI SONO ED E' NAUFRAGATA L’IDEA DI RIATTIVARE VECCHI ISTITUTI IN DISUSO: LE SCUOLE NON SONO PRONTE E MOLTI PRESIDI HANNO RINVIATO LA DATA DI INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO – E VI RICORDATE LE 85MILA IMMISSIONI IN RUOLO PROMESSE? SE NE SONO CONCRETIZZATE NEANCHE 25MILA, GLI ALTRI 60MILA POSTI SONO A SUPPLENZA…
Lorena Loiacono per "www.leggo.it"
Dopo sei mesi, oggi si torna a scuola. Ma non tutti e non in tutte le regioni. Il motivo? Troppi problemi che aspettano una soluzione. Dai banchi monoposto ai docenti in cattedra: fondamentali per il distanziamento. E così oggi gli studenti troveranno una ripartenza a metà.
Tornano in classe 5,6 milioni di ragazzi sugli 8,3 iscritti. Anzitutto restano chiuse fino al dopo elezioni le scuole di Puglia e Sardegna, Calabria, Campania, Abruzzo e Basilicata. In fermento anche gli istituti del Lazio che, comunque, non hanno scelto una data uguale per tutti: solo Roma apre oggi, Latina, Frosinone e Viterbo hanno invece rimandato tutto al 24.
Le scuole non si sentono pronte. I banchi monoposto, che inizialmente si pensava dovessero arrivare addirittura il 31 agosto, verranno invece portati nelle scuole con un calendario che vede le consegne fino a fine ottobre. Ma, senza banchi singoli, l'aula è troppo piccola e così gli studenti, spesso, restano a casa a studiare online oppure i più piccoli fanno lezione in aula con la mascherina per 5, 6 ore di fila.
È naufragata anche l'idea di riattivare i vecchi istituti, circa tremila, in disuso da anni: sarebbe costato troppo, si è preferito chiedere spazi aggiuntivi agli enti locali. Ma non sono stati sufficienti, soprattutto al Sud. Per tutti questi motivi molti dirigenti hanno preferito non aprire. Ma un altro fronte aperto riguarda i docenti: le assunzioni promesse sono andate male. Delle 85mila immissioni autorizzate, se ne sono concretizzate neanche 25mila. I restanti 60mila posti? A supplenza. E anche quest'anno la didattica sarà precaria, con le cattedre che cambieranno volto in continuazione.
Le graduatorie provinciali dei supplenti infatti, digitalizzate dalla ministra all'istruzione, Lucia Azzolina (foto), per snellire le procedure, hanno dato problemi: la pubblicazione definitiva in molte aree del Paese è andata a rilento, per errori e incongruenze da correggere e per l'enorme mole di dati da inserire, e i presidi hanno iniziato a chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto per avere i docenti in cattedra oggi o comunque quanto prima. Con l'effetto, come al solito, del valzer degli insegnanti in cattedra: i primi giorni c'è un supplente, poi ne arriva un altro e così via fino all'avente diritto.
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LUCIA AZZOLINA AL SUO PRIMO GIORNO DI SCUOLA
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LUCIA AZZOLINA
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I BANCHI ANTI CORONAVIRUS
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