DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Rebecca Luisetto per www.corriere.it
Omicidio aggravato, quadruplo tentato omicidio, rapina, autoriciclaggio e spaccio di medicinali. È una lista lunga di reati quella che pende sulla testa di Paola Pettinà, 46 anni di Vicenza, finta operatrice sanitaria che è stata arrestata mercoledì sera al termine di un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo durata 9 mesi.
I fatti risalgono al periodo compreso tra gennaio 2022, nel momento in cui la falsa professionista ha preso servizio come badante nelle case di alcuni anziani del Vicentino, e marzo 2024, quando è stata depositata una denuncia da parte di una delle famiglie dei pazienti: il sospetto è che dietro la morte di una degli assistiti ci sia la mano della quarantaseienne. In quel frangente è arrivata anche un’altra segnalazione ai militari riguardante una coppia di coniugi, seguiti dalla stessa donna, che avevano dimostrato un rapido peggioramento di salute. […]
NESSUN TITOLO PER LAVORARE CON GLI ANZIANI
Pettinà, che si faceva chiamare anche «Paolina», si spacciava a volte come un’infermiera che aveva lavorato negli ospedali vicentini, altre come un’operatrice sanitaria con una lunga carriera alle spalle. In realtà la donna non aveva alcun titolo per operare nell’assistenza agli anziani. […] È così che si è messa in contatto con alcune famiglie e ha cominciato a prestare assistenza, sembrerebbe senza alcun regolare contratto. […]
i gioielli rubati da paola pettina'
SOVRADOSAGGI DI PSICOFARMACI
[…] . Da quanto emerso sembra che la quarantaseienne, accusata di omicidio per l’anziana breganzese e del tentato omicidio di altre quattro persone di vari comuni del Vicentino, somministrasse in modo volontario ai suoi assistiti dei sovradosaggi di psicofarmaci come Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico, che in alcuni casi non si trovavano nemmeno nelle terapie prescritte dai loro medici di base. Pettinà aveva a disposizione alcuni di questi medicinali perché li utilizzava lei stessa e ne aveva a disposizione una buona quantità.
I farmaci sarebbero stati acquistati senza ricetta e per questo motivo è stata accusata pure di spaccio. Su questo fronte, sono in corso una serie di perquisizioni in tre farmacie a cui la donna si sarebbe rivolta: alcuni punti vendita sono sospettati di averle venduto il prodotto senza prescrizione.
ACCUSATA ANCHE DI RAPINA AGGRAVATA E AUTORICICLAGGIO
La procura ha anche disposto una consulenza tecnica medico-legale per procedere con gli esami tossicologici in modo da stabilire se il sovradosaggio delle sostanze neurodepressorie ai suoi anziani sia stata con certezza la causa dei malori, uno dei quali fatali. Su questo aspetto hanno contributo nelle indagini anche la direzione generale e quella medica dell’Usl 8 Berica, l’accesso ai sistemi informativi dell’Uoc (Unità operativa complessa, ndr) di Azienda Zero della Regione Veneto, le informazioni riferite da alcuni medici di fiducia delle vittime e la direzione sanitaria del distretto di Vicenza.
L’arrestata è accusata anche di rapina aggravata e autoriciclaggio: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbe stordito una vittima per rubarle alcuni gioielli che in seguito ha venduto nei negozi comproro per un valore complessivo di 3.000 euro. Quando i familiari della rapinata si erano accorti della mancanza dei preziosi, la finta operatrice era riuscita a far ricadere la colpa sull’anziana.
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