DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Gasperetti per "Corriere.it"
Gli agenti della polizia l'hanno arrestato all'alba nella sua casa di via Locchi, immediata periferia nord di Firenze, nella zona di Careggi dove si trova l'ospedale principale della città . L'uomo, un idraulico di 55 anni, Riccardo Viti, i è fatto ammanettare in silenzio. à lui, secondo gli investigatori, il maniaco seriale che avrebbe assassinato Andreea Cristina Zamfir, 26 anni, prostituta romena, tossicodipendente, seviziata e «crocifissa» a una sbarra sotto il viadotto dell'Autosole a Ugnano, una frazione tra Firenze e Scandicci, e avrebbe aggredito almeno altre tre prostitute.
Il suo aspetto è identico all'identikit preparato da squadra mobile e carabinieri, ma l'identificazione è avvenuta grazie alle testimonianza di diverse prostitute e forse anche al confronto del Dna. Sembra che nel corso di una perquisizione, nell'appartamento dell'idraulico, la polizia abbia trovato lo scotch con la sigla dell'Asl identica a quella con cui l'assassino aveva legato i polsi della romena. Lo scotch era stato sottratto dai magazzini dell'ospedale di Careggi che dista pochi minuti a piedi dalla casa del sospettato. La compagna dell'uomo, secondo quanto appreso, lavora proprio all'ospedale di Careggi.
L'uomo, interrogato, ha ammesso la violenza sulla giovane prostituta: «Sono finito. Ormai non mi salva nessuno». Ai giornalisti la madre avrebbe detto:«Non so che cosa sia successo, che cosa abbia fatto mio figlio. Chiedetelo alla polizia. So solo che io sono nella disperazione più nera». E poi: «Mi hanno appena detto che ha confessato. Io non sapevo niente, non mi ero accorta di niente, credevo fosse un bravo ragazzo ma se ha fatto quello che ha fatto non posso difenderlo. Non ne voglio più parlare, sono sola nella mia disperazione»
IL QUESTORE: «ABBIAMO PRESO LA BESTIA»
Soddisfazione «perché la squadra mobile ed i carabinieri sono riusciti a catturare la bestia» è stata espressa dal questore di Firenze, Raffaele Micillo. Era stato lo stesso questore, a definire l'autore del gesto «una bestia», pur dispiacendosi, aveva detto, di paragonarlo agli animali. L'uomo arrestato, ha aggiunto Micillo, «è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente».
NEI RACCONTI DELLE PROSTITUTE QUEL FURGONCINO CHIARO
Giovedì una psicologa dei carabinieri aveva parlato con una prostituta aggredita il 28 marzo 2013 a Ugnano, lo stesso luogo dove il 5 maggio scorso è stata trovata morta a una sbarra la romena Andreea Cristina Zamfir. Un compito non facile, dato che si trattava di decrittare dai racconti, a volte scomposti per le condizioni psichiche e sociali di donne che fanno vita di strada, dati certi sul maniaco.
Di lui però erano già emersi alcuni punti fermi. I racconti verbalizzati negli anni dalle denunce delle aggredite - cinque prostitute diverse, per cinque dei sette casi finora sotto indagine - convergevano sulla descrizione fisica. Gli investigatori scientifici non potevano ancora tracciare un identikit ma tra i sospettati, che gli inquirenti cominciavano a prendere in considerazione, ci si poteva orientare su elementi che comunque già combaciavano. Un italiano di 55-60 anni, alto tra il metro e 70 e il metro e 75, tarchiato, volto ovale. In alcuni casi avrebbe indossato occhiali.
Inoltre avrebbe approcciato in strada le vittime da una vettura furgonata, di colore chiaro, forse un mezzo usato anche per il lavoro. Dopo l'omicidio di Andreea, era cominciata una processione di molte prostitute negli uffici della questura e dei carabinieri. Non denunciavano violenze, ma sembravano tutte ricordare un cliente che chiedeva di praticare un "gioco erotico" particolare, come quello che ha portato alla morte della romena a Ugnano. E ricordavano anche il furgoncino chiaro: un elemento chiave nelle indagini, che si è poi trasformato nella traccia da seguire per arrestare l'assassino.
2 - FILA DI PROSTITUTE IN CASERMA "HO VISTO ANCH'IO IL SEVIZIATORE"
Fabio Poletti da "la Stampa"
La sua firma sono un bastone e l'impugnatura di un martello. Li ha usati almeno nove volte ma gli investigatori sono convinti che siano molte di più. Da Firenze a Prato, dai carabinieri alla polizia, ci sono altre prostitute che si sono presentate e hanno raccontato di aver visto l'uomo sull'auto van bianca.
Loro non si sono fatte convincere dai suoi modi gentili. Neanche dalle sue offerte di pagarle con 50 euro se si fossero denudate e lo avessero seguito per la strada sterrata del cimitero di Ugnano vicino a Firenze o su per i campi, fino alla vigna di fronte a un distributore di benzina alle Bartoline vicino a Travella dalle parti di Prato. Sempre i soliti posti perché l'uomo è un abitudinario come tutti i seriali. Una caratteristica che potrebbe essere decisiva per inchiodare questo cinquanta sessantenne tarchiato, forte inflessione dialettale toscana, capelli radi e bianchi, con l'ossessione delle prostitute che non sfiora quasi mai ma che sevizia senza mai dire una parola con scientifica meticolosità .
Gli investigatori sono convinti che non volesse uccidere. Lo ha fatto domenica notte quando ha calcato troppo la mano su Andrea Cristina Zamfir, la prostituta tossica romena di appena 26 anni morta in pochi minuti per l'emorragia provocata dalle lesioni interne come ha accertato l'autopsia. Per il profilo biologico sul nastro adesivo usato per crocifiggere la sua vittima ci vorranno ancora giorni. Ma gli investigatori sono convinti che il Dna sia identico a quello trovato in altri tre episodi.
Come se non bastasse sono pure altre le analogie di quest'uomo che colpisce indisturbato almeno dal 2006, con una grande conoscenza del territorio, senza troppa paura nell'agire a Ugnano come alle Bartoline, in zone defilate ma non troppo nascoste, frequentate da coppiette e prostitute, ben illuminate come la strada sterrata sotto la tangenziale a Ugnano e sempre vicino a case abitate spesso nemmeno a cento metri.
Tra le prostitute seviziate che gli investigatori stanno risentendo con l'aiuto di una profiler del Racis dei carabinieri e quelle che hanno bussato alla porta di tutti i comandi dell'arma della zona c'è più di una similitudine. Sono tutte molto magre, emaciate, piegate dalla droga o dalla strada, spesso prostitute occasionali alla ricerca di pochi euro per una dose, in più di un caso da pochi giorni a caccia di un cliente.
Che siano italiane o straniere, giovanissime o avanti con gli anni, all'uomo interessa poco. Le vuole indifese, incapaci di reagire quando le aggredisce. Ma pure facilmente disponibili a soddisfare le sue voglie con la promessa di qualche euro in più che poi non avranno, perché dopo averle seviziate lui si allontana portandosi via abiti e borsette, soldi e telefonini che lascia a chilometri di distanza e che solo nell'ultimo caso sono stati ritrovati e ricollegati ad Andrea Cristina Zamfir.
I luoghi di caccia del seviziatore seriale sono sempre quelli. Non va dove ci sono le cinesi o le nigeriane. Non avvicina le donne abituate alla strada che segnano le targhe delle auto dei clienti. Lui batte la zona di Novoli o delle Cascine vicino a Firenze. O via Roma e la stazione a Prato. Abbassa il finestrino del suo van, offre soldi e poi chiede che si spoglino appena salgono in macchina.
Sono le strade che da settimane battono di notte anche i carabinieri per avvertire del pericolo e raccogliere informazioni utili. Sono le strade dove da due giorni qualche prostituta ha smesso di andare e dove le più coraggiose, o le più disperate, guardano bene in faccia il loro cliente. Pronte ad evitare di salire su quell'auto bianca, nemmeno se alla guida c'è un uomo gentile.
MOSTRO DI FIRENZEMANIACO DI FIRENZE d c d a c f aa d a e MANIACO DI FIRENZE ee c f dc ab DONNA CROCIFISSA TELO CHE RICOPRE IL CADAVERE DONNA CROCIFISSA POLIZIA SCIENTIFICA DONNA CROCIFISSA POLIZIA A LAVORO DONNA CROCIFISSA POLIZIA A LAVORO DONNA CROCIFISSA LUOGO DEL DELITTO DONNA CROCIFISSA LUOGO DEL DELITTO DONNA CROCIFISSA LUOGO DEL DELITTO
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