DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Olivo per La Stampa
La chiamano turismofobia e ora si capisce perché: un bus a due piani, uno dei tantissimi che gira per le strade di Barcellona, viene fermato davanti al Camp Nou, lo stadio del Barça, entrano in azione quattro incappucciati, uno prende una bomboletta spray e scrive sul lunotto del pullman: «Il turismo uccide i quartieri». Altri personaggi tagliano la gomma di una ruota e pitturano a loro modo le pareti del mezzo.
Ovvio che, di questi tempi, a bordo nessuno abbia pensato a un' azione dimostrativa: «Credevamo fosse terrorismo» hanno raccontato dei signori inglesi. E proprio come in certe azioni (più cruente), l' atto è stato rivendicato con un video ben confezionato, da un gruppo della sinistra radicale, Arran, legato al partito, Cup, che fa parte della maggioranza indipendentista del parlamento catalano. Nel filmato si vedono orde di comitive invadere il centro della città, le navi da crociera al porto e i negozi di souvenir che hanno preso il posto delle botteghe di sempre. Poi, con un sottofondo rap catalano, partono le immagini dell' azione dimostrativa.
L' agguato al bus turistico ha fatto impressione in città, non tanto per l' atto in sé, che pure ha i connotati violenti, quanto per essere l' apice di una battaglia ormai non più trascurabile. Al di là dei metodi, condannati da (quasi) tutti, il contenuto di quella scritta, «il turismo uccide i quartieri», è una tesi ripetuta da molti nella capitale catalana. Prima dell' episodio, del bus, i segnali di una crescente insofferenza verso l' invasione di visitatori (30 milioni nel 2016, in aumento quest' anno) erano già visibili: scritte sui muri contro i «guiris», il soprannome un tempo benevolo dato ai turisti stranieri in Spagna, cortei che hanno attraversato le zone più colpite dal fenomeno, il centro, la Barceloneta, la zona della Sagrada Familia, e nuove norme sempre più dure contro gli affitti per vacanzieri.
Con l' estate le scene di degrado si moltiplicano, gente in costume che fa la spesa al supermercato, risse tra giovani ubriachi per le vie del barrio Gotico e via di questo passo. La sindaca Ada Colau, alleata di Podemos, eletta con un chiaro mandato per arginare gli eccessi dei turismo, ci ha messo un po' per condannare il gesto, ma poi ha twittato: «Protestare non può diventare l' occasione per intimidire le persone», il Comune ha anche annunciato una denuncia contro i responsabili del gesto.
Ma c' è un' altra faccia della medaglia: una parte della città teme di vedere rompere un giocattolo che, parallelamente al degrado, ha significato ricchezza e posti di lavoro per la città e più in generale per la Spagna. «Immagino che per coerenza quelli che assaltano i bus, non siano mai andati a visitare Parigi, Londra, Venezia o Roma», dice il portavoce della Generalitat Jaume Clotet.
Tour operator e albergatori ci tengono a precisare che nessuno rischia niente visitando la Catalogna e in effetti, quello del bus è il primo caso di un' aggressione rivolta contro le persone (seppur non direttamente). Il Comune, dopo la moratoria alla costruzione degli hotel, ha dichiarato guerra agli affitti abusivi, Airbnb e dintorni, che hanno svuotato i quartieri più identitari, trasformandoli in dormitori per turisti.
I casi clamorosi si moltiplicano: una signora ha scoperto il mese scorso che il suo appartamento della Barceloneta affittato a un ragazzo per 950 euro, era stato messo a sua insaputa su Airbnb, producendo un guadagno di 8 mila euro al mese. Per protesta, la donna ha affittato una notte sul portale e poi ha occupato il suo appartamento, «la squatter di casa sua», l' hanno definita i giornali. Squatter e incappucciati: si fa fatica a pensare che sia soltanto turismo.
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