DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Un colpo di maglio affidato ad una falange di kamikaze a bordo di veicoli e bulldozer riempiti d' esplosivo, una manovra che ha travolto le posizioni curde. E' iniziata così all' alba l' offensiva Isis contro i peshmerga iracheni a nord di Mosul, un assalto costato molte vittime e fermato dall' intervento congiunto di aerei Usa e forze speciali occidentali.
Tra queste - secondo voci non confermate, e smentite dalla nostra Difesa - anche militari italiani e britannici che sono da tempo nel Kurdistan. Molto dura la battaglia attorno al villaggio cristiano di Tel Skuf dove è stato ucciso un membro dei Navy Seals statunitensi, colpito da fuoco diretto ben all' interno delle linee, un indizio evidente della profondità della penetrazione jihadista, ma anche del crescente impegno del contingente mandato dal Pentagono.
Si tratta, infatti, del terzo americano morto in combattimento negli ultimi mesi. Il primo fu falciato durante un blitz contro una prigione islamista in Siria. Anche se la Casa Bianca ha sempre escluso un coinvolgimento diretto è chiaro che le truppe - oltre 4 mila - non si limitano più all' addestramento e all' appoggio.
Le unità scelte sono state schierate al fianco dei reparti locali proprio per aumentare le capacità nel contrasto dello Stato Islamico. Insieme a questo ruolo il Pentagono ha previsto la creazione di basi di fuoco, avamposti dotati di batterie di cannoni o sistemi missilistici Himars, che servono a garantire copertura. La prima è operativa da tempo, altre seguiranno e sono affidate a nuclei di marines. Uno di loro ha perso la vita in seguito al bombardamento nemico.
I piani adottati in Iraq si specchiano nel teatro siriano, dove sono arrivati altri 250 membri delle Special Forces. A questi uomini toccherà il compito di assistere i curdi Ypg e alcuni gruppi ribelli siriani in una possibile offensiva su Raqqa. Sempre che divisioni e contrasti non portino a nuovi rinvii.
L' area di Tel Skuf non è distante dalla diga dove saranno presto schierati 450 nostri soldati che dovranno garantire la sicurezza del cantiere della ditta Trevi. Ed è chiaro che una delle minacce sarà rappresentata proprio dalle incursioni a sorpresa sferrate dai mujaheddin del Califfo con il ricorso ad operazioni suicide devastanti.
Le formazioni islamiste faranno di tutto per causare perdite ai contingenti alleati, consapevoli dell' impatto propagandistico che azioni di questo tipo hanno. La Difesa italiana ha previsto la presenza di uno scudo adeguato, compresa la presenza di elicotteri d' attacco Mangusta.
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