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Palmira torna a essere campo di battaglia, di avanzate e ritirate nell'arco di poche ore. I miliziani dell'Isis hanno lanciato una nuova offensiva, dopo essere stati costretti a una rotta notturna di fronte ai pesanti raid dell'aviazione russa, raid iniziati per bloccare la conquista jihadista di alcuni quartieri della città. A descrivere la convulsa situazione sul campo è l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani e l'esercito di Mosca.
L'offensiva russa nella notte si è affiancata ai rinforzi inviati dall'esercito di Damasco, ed era stata decisiva nel respingere i jihadisti. Ma i miliziani, circa quattromila, si sono riorganizzati e hanno attaccato nuovamente.
"Nonostante le forti perdite in uomini ed equipaggiamento - scrive l'agenzia russa Interfax citando il centro di monitoraggio delle attività in Siria - i terroristi stanno cercando con il massimo impegno di assicurarsi una presenza all'interno della città. Le truppe siriane combattono per difendere Palmira2.
Per riprendere Palmira, l'Isis avrebbe trasferito truppe anche da Raqqa e da Deir al Zor.
L'Isis aveva ripreso ieri il controllo di alcuni quartieri della storica città siriana, sede del sito archeologico patrimonio mondiale per l'Unesco. La città era stata liberata lo scorso marzo dopo dieci mesi di occupazione da parte delle forze jihadiste. "La riconquista di Palmira - aveva detto Assad - dimostra il successo della strategia perseguita dall'esercito siriano e dai suoi alleati nella 'guerra al terrorismo'".
L'altro fronte: Aleppo. Mentre a Parigi i ministri degli esteri occidentali incontravano l'opposizione siriana (che per la prima volta si è detta pronta a negoziati "senza condizioni") ad Aleppo l'emergenza umanitaria continuava e nelle ultime ore, dalla mezzanotte, sono fuggiti dalla città devastata dai combattimenti tra esercito di Assad e ribelli oltre 10mila civili.
In mano ai ribelli sarebbe rimasta solo una piccolissima area di Aleppo, piena di civili, dove si combatte duramente.
Il Papa è intervenuto durante l'Angelus parlando dell'emergenza siriana: "Faccio appello all'impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria. Ogni giorno sono vicino - ha sottolineato Bergoglio - soprattutto nella preghiera, alla gente di Aleppo. Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c'è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate. Purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede. Non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità".
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