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BENKO MA NON BENISSIMO! SI INDAGA SULLE ORIGINI DEL TESORO DEL MAGNATE AUSTRIACO RENE’ BENKO, ARRESTATO NEL GENNAIO SCORSO E INDAGATO IN ITALIA PER CORRUZIONE, TRUFFA, FINANZIAMENTO ILLECITO - IL SOSPETTO È CHE DIETRO LA VELOCISSIMA ASCESA DEL FONDATORE DEL GRUPPO IMMOBILIARE SIGNA CI POSSANO ESSERE CAPITALI DI DUBBIA PROVENIENZA. SONO STATE ACQUISITE INFORMAZIONI SU CONTI BANCARI E FINANZIARI RIGUARDANTI LE OPERAZIONI MESSE IN PIEDI DA BENKO NEGLI ULTIMI ANNI FRA LE ALTRE, A BOLZANO, IL WALTHERPARK, IL PIÙ GRANDE CANTIERE PRIVATO DELLA STORIA ALTOATESINA. SU RICHIESTA DEI PM DI TRENTO SONO STATI PERQUISITI APPARTAMENTI, UFFICI, MAGAZZINI…
Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera - Estratti
La richiesta era partita da Trento e Vienna ha detto sì.
Sono stati così perquisiti appartamenti, uffici, magazzini e altri luoghi di proprietà da René Benko, il tycoon austriaco fondatore del gruppo immobiliare Signa arrestato nel gennaio scorso dalla Procura anticorruzione della capitale austriaca e indagato in Italia per associazione a delinquere finalizzata a una pletora di reati: corruzione, truffa, finanziamento illecito, turbativa d’asta, fatture per operazioni inesistenti.
Il tutto finalizzato a ottenere appalti e concessioni soprattutto in Trentino Alto Adige ma anche in Veneto e Lombardia, dove il gruppo Signa stava cercando di ampliare il proprio raggio d’azione.
«Urge acquisire quanto prima elementi a conferma delle ipotesi investigative avanzate a conclusione delle indagini preliminari», ha scritto in un Ordine europeo d'indagine (Oei)il pm Alessandro Clemente titolare dell’inchiesta che nello scorso dicembre aveva portato agli arresti domiciliari sei tra imprenditori, politici e funzionari, compreso il potente commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, l’uomo di fiducia di Benko in Italia.
Obiettivo: ricostruire la rete finanziaria dell’imprenditore cercando di risalire alle origini del suo immenso patrimonio, con il sospetto che dietro ci possano essere capitali di dubbia provenienza. Sospetti indotti dalla sua velocissima ascesa.
Figlio di un impiegato comunale e di una maestra, Benko è arrivato in meno di vent’anni ad avere un patrimonio di 5,5 miliardi di euro (stima 2023 di Forbes), crollato poi rovinosamente per via dei debiti.
Gli agenti austriaci, insieme con due funzionari del Ros dei carabinieri e del Nucleo di Polizia economica e finanziaria della Guardia di finanza di Trento, hanno perquisito gli uffici di Vienna e Korneuburg della Signa, oltre a un magazzino sotterraneo e un appartamento a Innsbruck, e hanno ottenuto l’accesso ai dati informatici e documentali trovati in uno Chalet di Lech, villaggio di montagna noto per la Coppa del mondo di sci, e in un attico a Vienna nello storico distretto di Fleischmarkt, entrambi di proprietà del magnate.
Sono state acquisite informazioni su conti bancari e finanziari riguardanti le operazioni messe in piedi da Benko negli ultimi anni. Fra le altre, a Bolzano, il WaltherPark, il più grande cantiere privato della storia altoatesina. Un complesso polifunzionale che rivoluziona la città riqualificando un’area centrale di 120 mila metri quadrati per realizzare un centro commerciale, un hotel a cinquestelle, uffici privati e pubblici, ristoranti, bar, magazzini e un garage da 850 posti auto e molti appartamenti e uffici. Benko non è riuscito a ultimare il progetto a causa del fallimento del suo gruppo che lo ha costretto a vendere ai tedeschi di Schoeller.
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