DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Dal corriere.it
Una ventenne ha conosciuto l’altra nella notte tra venerdì e ieri, in ospedale. Identico il motivo dell’aiuto richiesto al pronto soccorso: entrambe passeggere di un treno delle Trenord sulla linea tra Milano e Varese, ed entrambe aggredite poco dopo le 22 da una coppia di uomini, forse stranieri almeno ad ascoltare il resoconto delle donne, che viaggiavano su quel convoglio in movimento e per lo più vuoto. Tentata violenza sessuale in un caso, violenza sessuale consumata nell’altro, perché una delle vittime è riuscita a resistere e scappare mentre la seconda no.
Indaga la squadra Mobile di Varese, coadiuvata dalla polizia ferroviaria. Gli investigatori si basano sui seguenti dati: la geografia degli agguati sarebbe da ricondurre all’area della stazione di Vedano Olona, dove i due potrebbero essere scesi mentre le ragazze tornavano a casa dopo la giornata di studio e lavoro, ed erano da sole come cento altre volte in passato su un classico treno dei pendolari;
i presunti immigrati avrebbero lasciato delle tracce biologiche, dalle quali isolare il Dna da confrontare in una fase successiva in banca dati, ammesso che in queste ultime ore i balordi non siano fuggiti lontano, magari anche fuori dall’Italia, sempre che abbiano i documenti in regola e non è affatto scontato; dopodiché, qualora venisse accertata la loro reale origine straniera, sembra che una delle vittime sia della medesima nazionalità degli aggressori, e avrebbe fornito elementi netti quantomeno nell’assemblaggio di un identikit; lungo il percorso e negli immediati dintorni degli scali ferroviari delle tratte di Trenord, le numerose telecamere se perfettamente funzionanti avranno ripreso i movimenti di avvicinamento e allontanamento.
Una situazione, quest’ultima - ovvero il cristallizzare posizioni definite - che potrebbe generare ulteriori approfondimenti degli investigatori della Questura diretta da Michele Morelli, quali ad esempio la risalita grazie alle celle telefoniche agganciate dai telefonini degli apparecchi dei due. I quali, beninteso, se verrà ufficializzato l’iniziale profilo di una coppia di predatori sbandati, potrebbero certo servirsi ed essersi serviti venerdì di Sim usa e getta, ma comunque le Sim lasciano ugualmente degli indizi nei cellulari.
Insomma, esistono fondati motivi per ipotizzare una rapida soluzione dell’inchiesta, che giocoforza ripropone, e non potrebbe essere altrimenti, il tema dei convogli serali e del carente presidio. I fatti, brutali e drammatici, che segneranno inevitabilmente le vite delle ragazze, non sono gli ennesimi episodi su treni abbandonati, sguarniti, privi di sicurezza. Ma ovvio che, in questo momento, poco anzi nulla cambia.
Non è ancora dato sapere se le ventenni si trovassero sulla medesima carrozza e se le aggressioni siano avvenute in un ristretto spazio e arco temporale oppure, al contrario, i predatori si siano spostati sull’intera lunghezza del convoglio in cerca di donne isolate. Allo stesso modo non si è per adesso a conoscenza dell’eventualità di altre vittime, o su quel treno oppure, sia venerdì sia i giorni se non le settimane precedenti, su differenti convogli e magari non soltanto nella zona della provincia di Varese. La squadra Mobile potrebbe essere davanti a una coppia di seriali? Ancora presto, forse, per delineare un eventuale composito e vasto scenario.
Non risulta che alle vittime siano stati sottratti dei beni, la borsa come il telefonino, a conferma pertanto delle uniche intenzioni dei due, i quali potrebbero avere agito dopo aver «marcato» il controllore ed essersi assicurati che fosse a debita distanza per non ascoltare le urla e le invocazioni di soccorso, e di conseguenza non bloccare il treno azionando la procedura di emergenza per «custodire» a bordo gli aggressori fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
La polizia ferroviaria sta scandagliando l’universo dell’umanità che girovaga sui treni attendendo un’occasione a danno del prossimo, sia essa rappresentata dall’opportunità di una rapina o di una violenza, e che poi, convinta della totale impunità, perfino si ripresenta sui convogli e nelle stazioni.
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