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Paola Caruso per www.corriere.it
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 2.319.036 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 15.774, +0,7% rispetto al giorno prima (ieri erano +14.242), mentre i decessi odierni sono 507, +0,6% (ieri erano +616), per un totale di 80.326 vittime da febbraio.
Si supera così la soglia delle 80 mila persone che hanno perso la vita dall’inizio della pandemia, una soglia che in Europa il Regno Unito ha raggiunto la scorsa settimana. Le persone guarite o dimesse sono 1.673.936 complessivamente: 20.532 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +1,2%. (ieri erano +19.565).
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 564.774, pari a -5.266 rispetto a ieri, -0,9% (ieri erano -5.939). La flessione degli attuali positivi di oggi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi.
I tamponi sono stati 175.429, ovvero 33.788 in più rispetto a ieri quando erano stati 141.641. Mentre il tasso di positività è del 9% (l’approssimazione di 8,99%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 9 sono risultati positivi; ieri era del 10,05%.
«Il ministero della Salute con una circolare ha indicato l’aggiornamento dei dati processati anche con il test antigenico rapido a partire dal 15 gennaio». Lo rende noto l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di più tamponi. La curva sale. «Questa settimana c’è un peggioramento generale della situazione epidemiologica: aumentano le terapie intensive, l’indice Rt e i focolai sconosciuti. L’epidemia è di nuovo in una fase espansiva» ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera, parlando di 12 regioni a rischio alto.
Infatti, secondo il monitoraggio settimanale di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) le terapie intensive occupate tornano, a livello nazionale, sopra la soglia d’allerta del 30%, attestandosi al 31%, l’1% in più rispetto a 7 giorni fa.
Nello stesso arco di tempo cresce dell’1% il numero dei posti letto in reparto ordinario, che arriva al 37% e resta sotto la soglia d’allerta del 40%. «Siamo in una momento delicato dell’epidemia — ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe —. Prendiamo decisioni seguendo il virus, mai anticipandolo».
I cittadini vaccinati sono oltre 800 mila, per la precisione 800.730 secondo i dati del 13 gennaio forniti alle ore 10.28, come indica il «Report vaccini anti Covid-19» in continuo aggiornamento sul sito del governo.
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