DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Greta Privitera per www.corriere.it
Nella homepage del The Times, tra le notizie della premier Liz Truss e la foto di un pinguino gigante, c’è un titolo che fa venire i brividi. Ancora nessuna conferma, ma si legge: «Putin ordina un’esercitazione nucleare ai confini con l’Ucraina». Sul quotidiano di Londra scrivono che il presidente russo sarebbe «pronto a dimostrare la sua volontà di usare armi di distruzione di massa con un test nucleare». «Il Cremlino starebbe manifestando la possibilità di una significativa escalation mentre il suo esercito perde terreno sul campo di battaglia», dicono.
Altre fonti raccontano di un treno militare russo della divisione nucleare che sarebbe partito in direzione Ucraina. Non ci sono, al momento, conferme definitive; e può darsi che Putin stia bluffando. Che cioè — dopo il discorso pronunciato durante la cerimonia di annessione dei territori occupati in cui ha detto che avrebbe utilizzato «tutti i mezzi disponibili per mantenere la Russia al sicuro», e le continue controffensive ucraine — lo zar stia solo provando ad alzare i toni per spaventare i nemici.
Ma quali sono gli scenari possibili? Come è stato scritto più volte negli ultimi mesi (qui), quelle di cui si sta parlando sarebbero armi nucleari tattiche — destinate al campo di battaglia, a colpire obiettivi precisi, e diverse da quelle strategiche che hanno la potenza di distruggere intere città.
In un articolo del Financial Times , gli esperti spiegano tre possibili modi in cui la Russia potrebbe usare queste armi: per un test «dimostrativo»; per attaccare un obiettivo militare ucraino o un’infrastruttura chiave; oppure — e sarebbe senz’altro l’ipotesi peggiore — per raggiungere un territorio Nato.
L’ipotesi 1: il test nucleare «dimostrativo»
Partiamo dal primo scenario, quello dimostrativo. Secondo il Ft, Putin e i suoi potrebbero pensare a un’esplosione sotterranea, oppure nel Mar Nero, nei cieli sopra l’Ucraina o in un sito disabitato. Come dice la parola stessa, lo farebbero per dimostrare che — se davvero volessero utilizzare l’atomica — possono farlo, e per spaventare gli avversari. Questo, però, alzerebbe i toni del conflitto senza dare alla Russia alcun vantaggio concreto immediato sul campo di battaglia; non potrebbe lasciare indifferenti i Paesi membri della Nato: e, citando Joe Biden, renderebbe la Russia agli occhi della comunità internazionale un Paese ancora più «paria» di quello che già è.
Ma che effetti avrebbe una detonazione di questo tipo sul territorio? Gli esperti spiegano che l’impulso elettromagnetico dell’esplosione distruggerebbe apparecchiature elettroniche non protette e la ricaduta radioattiva, inizialmente ampia, si ridurrebbe a circa l’1% in 48 ore. Ma si formerebbe una nuvola di polvere radioattiva che rappresenterebbe un grave rischio biologico.
L’ipotesi 2: l’attacco a un obiettivo militare ucraino
La seconda opzione d’attacco riguarderebbe un obiettivo militare ucraino o un’infrastruttura chiave. Ma a che pro? Sempre sul FT si legge che le forze militari ucraine sono disperse sul territorio e gli studi dell’esercito americano hanno concluso che una testata da un kiloton deve esplodere entro 90 metri da un carro armato per creare gravi danni. Senza contare che, al «fallout nucleare», sarebbero esposte anche le truppe russe presenti in Ucraina, sul campo di battaglia.
L’ipotesi 3: l’attacco a un obiettivo Nato
La terza mossa possibile sarebbe la più pericolosa: l’attacco a un obiettivo o a un territorio Nato. Sarebbe quella che rischierebbe di innescare una guerra nucleare. Gli esperti si chiedono come risponderebbe la Nato a un attacco agli Stati Uniti o a un Paese europeo. Si legge: «Dopo un attacco a un Paese membro, verrebbe attivato l’articolo V che invoca una risposta di difesa collettiva da parte degli altri. Mosca rischierebbe una devastante rappresaglia nucleare da parte degli Stati Uniti. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale Usa, afferma che qualsiasi uso russo di armi nucleari avrebbe conseguenze catastrofiche».
L’ex direttore della CIA e generale dell’esercito Usa David Petraeus ha parlato di un attacco militare convenzionale che distruggerebbe la flotta russa del Mar Nero. Per ora, però, la Nato è rimasta vaga su quali potrebbero essere le «conseguenze catastrofiche». Sperando che le parole di Putin rimangano solo minacce.
PUTIN DISCORSO ALLA NAZIONE 3vladimir putin
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