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NON SPARATE SUL CANTANTE! - IL LEADER DEGLI U2, BONO VOX, AL SECOLO PAUL HEWSON, RIVELA DI ESSERE STATO MINACCIATO DAI TERRORISTI IRLANDESI DELL'IRA E DAI GRUPPI DI ESTREMA DESTRA AMERICANA - IN ARIZONA NEGLI ANNI '80 PRIMA DI UN CONCERTO MINACCIARONO DI ASSASSINARLO: "MI SONO INGINOCCHIATO E HO CHIUSO GLI OCCHI" -  ANCHE LE FIGLIE SONO STATE NEL MIRINO: "UN FAMOSO CAPO DELLA GANG DI DUBLINO AVEVA PIANIFICATO DI RAPIRLE E I SUOI UOMINI STAVANO TENENDO SOTTO CONTROLLO LE NOSTRE CASE"

Simona Marchetti per www.corriere.it

 

U2

I messaggi di pace contenuti nelle canzoni degli U2 hanno portato Bono - all’anagrafe Paul Hewson - a diventare il bersaglio di continue minacce di morte da parte di gruppi estremisti e terroristici. A rivelarlo è stato lo stesso frontman della band in occasione del Cheltenham Literature Festival, durante il quale ha presentato il suo prossimo libro di memorie, «Surrender: 40 Songs, One Story», in uscita l’1 novembre.

 

U2 PARIGI 2

Nella biografia Bono parla, fra le altre cose, anche delle minacce ricevute nel corso della sua leggendaria carriera e di come queste abbiano influito non solo sugli U2, ma sulla vita della sua stessa famiglia, citando alcuni episodi a dir poco preoccupanti.

 

Bono ha infatti raccontato di quella volta in cui le autorità lo avevano avvertito che la moglie Ali era diventata un probabile obiettivo dell’IRA, a causa delle voci che sostenevano che «l’opposizione degli U2 ai paramilitari fosse costata all’IRA una considerevole raccolta fondi negli Usa».

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A correre rischi sono state però anche le figlie del 62enne cantante. «Un famoso capo della gang di Dublino aveva pianificato di rapirle - ha affermato ancora Bono - e i suoi uomini stavano tenendo sotto controllo le nostre case da diversi mesi e avevano già ideato un piano elaborato». Fortunatamente l’IRA non ha poi dato seguito alle sue minacce e la famiglia dell’artista ha potuto così vivere (relativamente) tranquilla.

 

steve jobs u2

Un altro momento di preoccupazione si è verificato invece negli anni ’80 in Arizona, questa volta per via dei gruppi dell’estrema destra americana, che avevano preso di mira Bono e gli U2 per la canzone «Pride», tributo a Martin Luther King. Prima del concerto la band aveva infatti criticato la reticenza dell’allora governatore dello stato a dedicare una giornata commemorativa all’icona dei diritti civili e per tutta risposta il frontman era stato avvertito che sarebbe stato fatto fuori prima della fine del brano, se avesse cantato la strofa che descriveva l’uccisione di King.

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«Mi sono mezzo inginocchiato per cantare la strofa incriminata - ha detto Bono al Times - poi mi sono reso conto della gravità della situazione e ho chiuso gli occhi. C’era una minima possibilità che venissi ammazzato, ma hai visto mai?». Una volta riaperti gli occhi, il leader degli U2 ha poi scoperto che il bassista, Adam Clayton, si era piazzato davanti a lui per tutta la durata della strofa, così da proteggerlo da eventuali spari provenienti dalla folla.

te edge e bono sotto la metro