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Alessandro Gonzato per Libero Quotidiano
Altro che legge Merlin!
I cinesi che vivono in Italia è da un pezzo che l' hanno abrogata. Noi, a seguito del famigerato provvedimento della senatrice padovana - l' unico per il quale viene ricordata - abbiamo vietato la prostituzione in casa riversandola in strada con tutto il marciume che ne consegue, e molti nostri sindaci cercano di arginare il fenomeno con ordinanze più di facciata che di sostanza. Loro, invece, i cinesi, con la prostituzione illegale e incontrollata, quella esercitata in piccoli e sudici bordelli camuffati da centri massaggi, nelle nostre città hanno costruito un impero.
I numeri parlano chiaro: secondo il Codacons in Italia i saloni benessere gestiti da cinesi sono più di 5mila e il volume d' affari annuo totale si aggira sul mezzo miliardo di euro. Ora, è chiaro che tra tutti questi centri massaggi ce ne saranno anche alcuni perfettamente in regola, ci mancherebbe, ma basta leggere le cronache locali per rendersi conto che le retate delle forze dell' ordine e i sequestri di questi locali sono ormai la normalità.
Solo ieri, a Palmanova, in provincia di Udine, i carabinieri ne hanno effettuati dodici, hanno arrestato tredici persone, undici donne e due uomini, tutti cinesi, e ne hanno denunciate altre 17. A seguito del blitz, che ha coinvolto anche le province di Padova, Venezia, Pordenone e Milano - dove una delle arrestate è stata bloccata alla stazione centrale mentre tentava di scappare in treno - sono state sequestrate anche sei auto di grossa cilindrata tra cui Bmw e Mercedes, e 48 mila euro in contanti. Trentamila sono stati sequestrati soltanto in uno di questi centri massaggi, ed era l' incasso di una sola giornata. Si fa presto quindi a capire come questo giro d' affari possa fruttare mezzo miliardo di euro all' anno.
CLIENTELA VARIA L' ipotesi di reato contestata a tutti gli arrestati è di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
La clientela, fanno sapere i carabinieri, era variegata sia per fascia d' età, che per disponibilità economica e nazionalità. Le prestazioni delle ragazze, pagate per la quasi totalità in nero a fronte di fatture che non superavano i 30 euro, potevano costare dai 50 ai 300, a seconda dei desideri dei clienti: le signorine, al termine del massaggio, lasciavano infatti ampia varietà di scelta.
Il denaro incassato veniva regolarmente spedito in Cina attraverso servizi di money transfer quando il mercato dei cambi era più vantaggioso. Alle finte massaggiatrici rimaneva il 50 per cento della cifra incassata per ogni prestazione. I clienti più affezionati potevano usufruire di tessere fedeltà che garantivano una seduta (diciamo così) gratis ogni cinque. Tra i clienti abituali c' erano anche due donne. Durante l' operazione i carabinieri hanno anche trovato tre contratti di compravendita di altrettante abitazioni in Cina per un valore complessivo di 750 mila euro: i militari ritengono che gli immobili siano stati acquistati coi proventi del giro di prostituzione. «Non conduciamo guerre sessuofobiche o contro una determinata etnia», dice il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo.
«Siamo lontanissimi dal voler criminalizzare la comunità cinese che è insediata e svolge attività lecite. Conduciamo una battaglia contro i reati, con particolare attenzione ai loro risvolti economici. La comunità cinese è fatta di persone laboriose, che rispettano le leggi», ha aggiunto il procuratore. «Il nostro compito è quello di reprimere i reati, individuare gli autori e sequestrare i patrimoni illeciti. Abbiamo puntato molta attenzione sull' attività ablativa dei proventi dei reati che sono per noi una vittoria definitiva».
INDAGINE DEL 2017 L' indagine era partita ad aprile 2017 dopo che un cliente, uscito da un centro massaggi, alla vista di una pattuglia dei carabinieri se l' era data a gambe. I militari erano riusciti a bloccarlo e a portarlo in caserma, dove l' uomo aveva ammesso di aver ricevuto anche altre prestazioni, oltre al massaggio, pagate direttamente al responsabile del centro.
Per capire ancora meglio quanto siano proliferati i centri massaggi cinesi nel nostro Paese basta pensare che nel 2007 quelli regolarmente denunciati a Milano erano dieci, mentre oggi sono circa quattrocento, al cui interno - ma possiamo avere solo il numero dei dipendenti in regola, ovviamente - lavorano duemila persone.
Questi centri sono pressoché tutti uguali: da fuori, naturalmente, non si vede nulla, sulla porta d' ingresso ci sono una miriade di lucine colorate che il più delle volte compongono la scritta open, all' interno le luci sono suffuse, in alcuni locali c' è una leggera musica di sottofondo. E distesi sul lettino, in stanzette spesso minuscole, si può scegliere tra un' ampia gamma di massaggi: il più richiesto è quello «romantico», pardon, «lomantico».
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