video arabo femminista

UNA BOTTA DI VELATO FEMMINISMO – SCANDALO IN ARABIA SAUDITA PER IL VIDEOCLIP DELL'ARTISTA MAJED AL-ESA, INTITOLATO “HWAGES” (OSSESSIONI) - HA COME PROTAGONISTE DONNE VELATE CHE BALLANO E GRIDANO IL RIFIUTO DEL MASCHILISMO IMPERANTE – IL TITOLO: “DIO CI LIBERI DAGLI UOMINI”

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Francesco Tortora per il Corriere della Sera

 

VIDEO ARABO FEMMINISTAVIDEO ARABO FEMMINISTA

Ballano, girano in bicicletta e sugli skateboard, giocano a basket e soprattutto cantano il loro rifiuto del maschilismo imperante in Arabia Saudita. L'ultimo videoclip dell'artista mediorientale Majed Al-Esa intitolato «Hwages» (Ossessioni) ha come protagoniste donne velate che sfidano i divieti del Paese ultraconservatore. Il video e il suo ritornello, «Che Dio ci liberi dagli uomini», sono stati molto apprezzati dalla blogosfera (più di 2,2 milioni di visualizzazioni) e hanno provocato allo stesso tempo grande scandalo nel Paese musulmano.

 

«CHE VADANO AL DIAVOLO»

 

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Il video comincia con tre ragazze sul sedile posteriore di un veicolo. Alla guida c'è un ragazzino che, come le donne, non potrebbe condurre l'auto, ma a quanto pare l'essere un maschio gli permette ogni cosa. Successivamente vediamo le donne divertirsi su biciclette e skateboard mentre una coppia di uomini le guarda con occhi indignati e intima loro di fermarsi. Le ragazze, sempre velate, sono poi riprese mentre giocano a basket. Tutte attività vietate alle donne saudite. Più tardi le protagoniste del video ballano e gridano: «Gli uomini ci hanno nauseato psicologicamente, ci fanno impazzire» e quindi «che vadano al diavolo».

 

LA CATTIVA SORTE

 

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La telecamera stacca in un nuovo ambiente, presentato come «la casa degli uomini». Non è altro che la Casa Bianca, dominata da un Donald Trump maschilista e sessista che proibisce la presenza delle donne all'interno della struttura. A questo punto le ragazze vanno a giocare a bowling e usano come birilli immagini di uomini. Nella seconda parte della clip, il ritmo cambia, le donne non cantano più nel dialetto della regione di Al-Qassim (a nord di Ryad), ma la lingua è quella usata dai beduini. Con poche frasi lamentano la loro "cattiva sorte" che le costringe alla sottomissione agli uomini.

 

LE REAZIONI

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Sui social molti sauditi hanno esaltato il messaggio libertario della canzone, ma non sono pochi gli uomini che si dicono indignati. Non è la prima volta che l'artista Majed Al-Esa scandalizza i conservatori con la sua musica. La scorsa primavera il videoclip della canzone «Barbs», in cui un gruppo di uomini eseguiva passi di break-dance, era stato giudicato dai fondamentalisti «provocatorio e disgustoso».