chester bennington brian welch

IL MALE OSCURO DEL ROCK! QUELLA DI CHESTER BENNINGTON DEI LINKIN PARK, SUICIDA A 41 ANNI, È SOLO L' ULTIMA DI UNA LUNGA SERIE DI MORTI TRAGICHE INIZIATA CON KURT COBAIN – IL CHITARRISTA DEI KORN BRIAN WELCH: "SONO STUFO DI QUESTI CAZZO DI SUICIDI. USCIRE DI SCENA COSI’ E’ DA CODARDI" – POI LE SCUSE - VIDEO

 

Gino Castaldo per la Repubblica

 

CHESTER BENNINGTONCHESTER BENNINGTON

NON CI SI vorrebbe mai occupare di suicidi quando si parla di musica, e invece dobbiamo, in questo spettrale scorcio d' estate che ha messo in fila due tragedie che purtroppo hanno in comune tanto, a partire dall' amicizia. Chester Bennington aveva partecipato due mesi fa al funerale di Chris Cornell che si era ucciso dopo un concerto, aveva cantato Hallelujah, quell' angelico canto che Jeff Buckley, morto misteriosamente nelle acque del Mississipi, aveva reinventato dall' originale di Leonard Cohen. Bennington aveva scritto del suo dolore per la morte dell' amico, e poi anche lui è scivolato nell' orrore, ha ceduto alla depressione, a quella follia distruttiva, ha deciso di farla finita giovedì, e lo ha fatto esattamente come il suo amico, impiccandosi, a casa sua a Los Angeles.

 

Il disagio, ahinoi, porta su di sé l' ombra lunga del grunge, un male oscuro che iniziò già nel 1990 con la scomparsa per overdose di Andrew Wood, il cantante dei Mother Love Bone. Non proprio un suicidio, ma poco ci manca, che oscurò le strade di Seattle dove quel genere, il nuovo grido del rock, stava prendendo forma. Ed era ancora niente.

 

KURT COBAINKURT COBAIN

Il più osannato dei nuovi idoli rock, Kurt Cobain, la voce dei Nirvana, il gruppo che aveva fatto rinascere il rock nella sua forma più dura, essenziale, spietata, fu trovato morto la mattina dell' 8 aprile del 1994, lasciando il mondo incredulo. Si era sparato un colpo di fucile in testa, e quasi certamente il cadavere era lì da tre giorni. Cobain era solo, tragicamente solo - e sicuramente non vittima di crisi di vigliaccheria come inopportunamente ha twittato oggi, poi scusandosi, il cantante dei Korn, Brian Welch, riferendosi a Bennington - come soli sono sempre quelli che decidono di farla finita.

 

BRIAN WELCHBRIAN WELCH

Come successe anni dopo a Layne Staley, cantante degli Alice in Chains, trovato morto nell' aprile 2002, dopo due settimane, nel suo appartamento di Seattle, ucciso da overdose di speedball. Per overdose è morto anche Scott Weiland degli Stone Temple Pilots, nel 2015. La rete non brilla mai di buon gusto, in questi casi, e se da una parte si citano presunte maledizioni grunge, dall' altra alcuni "simpatici" hanno hackerato l' account della moglie di Bennington, postando finti allucinanti tweet che la farebbero apparire come una donna opportunista e traditrice.

 

Brutte intemperanze, ma certo è una sequenza che fa male, che corrisponde a un male oscuro invincibile, un sospetto di incapacità di vivere anche di fronte a vite apparentemente risolte in termini di successo, denaro, libertà, ma che a ben scavare sono quasi sempre precarie, incerte, spesso rovinate da problemi antichi e mai del tutto risolti, da famiglie devastate e malsane.

CHESTER BENNINGTON


CHESTER BENNINGTON

 

Siamo stati abituati a pensare alla musica come suprema medicina, come forma guaritrice, catartica, e indubbiamente spesso lo è, ma certo non è bastata a Chris Cornell che sembrava un interprete magnifico di quel potere liberatorio del rock, e non è bastata a Bennington che aveva iniziato così la lettera d' addio a Cornell: "I dreamed about the Beatles, last night" aveva scritto, ricordando quando l' amico aveva cantato A day in the life. Sembrava il desiderio di riportare il dramma verso la poesia della vita cantata dai Beatles, e invece è stato ancora una volta "il giorno della vita" di un suicidio.

 

CHESTER BENNINGTON    CHESTER BENNINGTON CHESTER BENNINGTON CON I LINKIN PARKCHESTER BENNINGTON CON I LINKIN PARKCHESTER BENNINGTON   CHESTER BENNINGTON CHESTER BENNINGTON E MIKE SHINODACHESTER BENNINGTON E MIKE SHINODACHESTER BENNINGTON CHESTER BENNINGTON