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ALT: LE BRIGATE WAGNER HANNO PORTATO AVANTI OPERAZIONI SEGRETE IN SICILIA? – UN MERCENARIO RUSSO, IN UNA CONVERSAZIONE CON LA SORELLA DEL MARZO SCORSO DICEVA: “SPERO DI ESSERE MANDATO IN DUE DESTINAZIONI CHE SONO ANCORA SEGRETE: LA SICILIA E CUBA” – IN QUEGLI STESSI GIORNI, CROSETTO LANCIÒ L'ALLARME: “L’AUMENTO ESPONENZIALE DEL FENOMENO MIGRATORIO DALLE COSTE AFRICANE È ANCHE PARTE DI UNA STRATEGIA DI GUERRA IBRIDA DELLA WAGNER” – CON LA MORTE DI PRIGOZHIN MOSCA HA ACCENTRATO LE ATTIVITÀ DEI MERCENARI SOTTO IL CONTROLLO DELLA DIFESA. L'OPERAZIONE IN ITALIA È RIMASTA IN PIEDI?

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

 

MERCENARI WAGNER IN AFRICA

«Sì, spero di essere mandato in due destinazioni che sono ancora segrete, questa cosa resta tra me e te tra queste mura: la Sicilia, e Cuba». Chi parla così nella primavera del 2023 – rivelando per la prima volta che il Gruppo Wagner aveva operazioni segrete anche in Sicilia – è un mercenario del Gruppo in una conversazione con sua sorella Sasha, avvenuta nel marzo scorso. Sasha ha registrato tutto e ha trasmesso la registrazione a due note e stimate giornaliste russe indipendenti, Sonya Groysman e Olga Churakova, autrici di un podcast (intitolato “Sorelle”) che ha per tema il ritorno in Russia (e nelle famiglie) dei mercenari di Wagner.

 

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TRUPPE WAGNER IN BURKINA FASO

«All’inizio – racconta Gleb a sua sorella, riportando cosa succede al ritorno in Russia dall’Ucraina – la società cerca di risolvere le cose (cioè cosa fare dei mercenari) in modo del tutto pacifico, per loro è meglio così. Dicono “non ti preoccupare”. Per loro è meglio che passare ad altri metodi. Io ho firmato un contratto per un anno.

 

A me piaceva andare lì (in guerra con il Gruppo Wagner, nda.), la consideravo una giusta causa. Ma non sono stato colpito alla testa, non sono stato ferito, quindi esiste solo una possibilità abbastanza piccola che mi lascino continuare a lavorare per la Compagnia da qui (dalla Russia, nda.). Loro hanno un centro, che provvede ai pagamenti (si riferisce al centro Wagner a Pietroburgo, nda.) mi piacerebbe lavorare lì, ma prendono solo i reduci rimasti senza braccia, senza gambe, o con problemi di salute gravi. Insomma, persone per cui lavorare è importante per sopravvivere».

 

IL PESO GEOPOLITICO DELLA MILIZIA WAGNER

Tutto questo, ripetiamolo, avviene prima del tentato golpe di giugno, e prima dello schianto (in agosto) dell’aereo in cui Evgheny Prigozhin e Dmitry Utkin, rispettivamente il fondatore e il cofondatore e comandante in battaglia di Wagner. Non sappiamo se sia ancora in corso.

 

La confessione più dirompente – almeno per noi in Italia – del mercenario Wagner arriva subito dopo. Gleb è consapevole che Wagner non accetterà mai che lui, rimasto sano e intatto nel fisico, lavori comodamente dalla Russia, e qui rivela due altre destinazioni dove sono in corso (ripetiamo, nella primavera 2023, quando avviene questa conversazione) delle operazioni coperte del Gruppo mercenario russo: «Sì, c’è una possibilità che io venga mandato in una destinazione diversa dall’Ucraina dove sono stato, più lontana, Siria, Libia, o Artsakh, o Egitto. Non dico nulla delle altre due destinazioni che conosco con certezza, non per sentito dire, perché c’è una certa competizione per essere assegnati lì: sono la Sicilia e Cuba».

 

mercenari wagner a rostov sul don

A questo punto della registrazione Gleb sorride: «Capisci?!? Cuba! Andrei lì anche per due anni, aerei, macchine lì, sigari cubani…». Il 13 marzo scorso, più o meno negli stessi giorni in cui avveniva questa conversazione, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto lanciò un allarme: «Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani».

 

guido crosetto

Non fu più preciso, né portò prove. Wagner smentì tutto, e Prigozhin apostrofò Crosetto in maniera pesante, con un’espressione gergale russa.

 

La conversazione che emerge ora rivela anche altri particolari interessanti delle modalità di lavoro dei wagneriani. Ai wagneriani era consentito comunicare con i propri cari solo tramite un’applicazione speciale, “Stream”, sviluppata appositamente per le strutture di Prigozhin. Tutte le conversazioni venivano registrate sul server dell’“ufficio”.

 

Per eventuali fughe di notizie, i wagneriani venivano torturati in un container marittimo per diverse settimane, e gli venivano sospesi i pagamenti. Sparare alle ginocchia era metodo di punizione comune, per esempio si si era guidata una macchina del Gruppo in modo avventato: «Ho ribaltato la macchina - sono andato in città, non ho portato con me l’armatura - ho fatto un pasticcio. Ho bevuto un bicchiere di birra e ho fatto un casino. Se non spari sulle ginocchia all’idiota che ha ribaltato la macchina, inizieranno tutti a guidare come matti».

 

evgeny prigozhin

Per reati più gravi i mercenari potevano essere uccisi: «Qui nessuno parlerà. La prima volta ti spareranno al ginocchio, la seconda alla testa». Gleb racconta di prigionieri ucraini uccisi immediatamente, contrariamente al diritto di guerra: «Vengono uccisi immediatamente. Ci sono abbastanza tossicodipendenti. Perché abbiamo bisogno di più estranei?». Spiega che anche tra i mercenari c’erano molti «tossicodipendenti», compresi quegli ex prigionieri che, prima di firmare un contratto con Wagner, erano in carcere per reati legati alla droga.

 

Anche gli antidolorifici della cassetta di pronto soccorso, che i mercenari dovrebbero avere con sé, venivano usati come farmaci psicotropi. Gleb conferma anche lo stipendio per tutto ciò: un mercenario riceveva 240mila rubli al mese per il suo lavoro (circa 2450 euro al mese). C’era poi un sistema di multe e ricompense, 50mila di multa per chiamate a casa non autorizzate, ricompensa per colpi subiti da granata di 30mila rubli, ricompensa per battaglia 50mila rubli. Circa 500 euro.

 

YEVGENY PRIGOZHIN GUIDO CROSETTO - ILLUSTRAZIONE DAL FATTO QUOTIDIANO

Non sappiamo cosa sia rimasto in piedi delle operazioni in Sicilia e a Cuba – di cui finora non si conosceva l’esistenza. E non è stato possibile su questo incrociare le dichiarazioni di “Gleb” con altri reduci.

 

Dopo la morte di Prigozhin, Mosca ha riaccentrato le attività di Wagner sotto il controllo diretto del ministero della Difesa, consegnando specificamente al generale Averyanov, il capo delle operazioni clandestine del Gru (servizi segreti militari russi) – tra cui avvelenamenti col novichok e sovversione in Europa – le attività africane. […]

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